Search Results for: riccardo bottazzo

Le isole dei sogni impossibili

Molto spesso sono giochi che sfuggono di mano, alcune volte tentativi di rendere concrete le utopie (libertarie, pacifiste o egualitarie), altre volte approdi di uomini in fuga da demoni antichi che, non di rado, riescono a raggiungerli. Sta di fatto che quasi tutte le storie di isole conquistate terminano con una sconfitta, eroica o farsesca. Del resto, come scrive Riccardo Bottazzo, “l’isola è immersa dal mare e nel mare, prima o poi, tornerà a inabissarsi”. Se leggete Frontiere News, non potete non conoscere Riccardo Bottazzo. Da quasi dieci anni, tramite queste pagine ci ha portato in Patagonia sulle orme di Chatwin, nel Chiapas con il subcomandante Marcos, così come in Burundi, in Islanda, a Srebrenica, in Tunisia, nel Kurdistan iracheno. Ma la lista è molto più lunga. E poi c’è…
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La coppia che strappò spiagge e foreste ai latifondisti per restituirle al popolo costaricano

Dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, Nicolás "Olle" Wessberg e Karen Mogensen lasciarono il nord Europa col sogno di vivere a pochi metri dall'Oceano Pacifico, circondati da alberi in fiore. In Costa Rica videro la decadenza degli spregiudicati possidenti locali in combutta con investitori nordamericani, pronti a cementificare il Paese con la maggiore biodiversità al mondo in nome dello "sviluppo turistico". Qui la coppia tramutò in azione il proprio convincimento ambientalista, battendosi per la conservazione e la valorizzazione del ricchissimo patrimonio ambientale del Paese. Per queste lotte, i due pagarono un carissimo prezzo. Oggi, all'ombra di un palmeto, una stele ricorda doña Karen e don Nicolas, la cui ardita coerenza ha tracciato il sentiero della difesa della natura e dei diritti umani in questo angolo di paradiso. Testo e…
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Dal Chiapas all’Italia, resistenze “poco social” che si intersecano

Lo scorso gennaio vi abbiamo annunciato lo sbarco in Europa degli zapatisti. La Gira por la Vida y la esperanza – così gli zapatisti hanno chiamato l’iniziativa – ha portato in Europa 180 tra uomini e donne dell’Enzl più 14 delegati del Congreso Nacional Indígena (Cni), che rappresenta più di 40 popoli originari con le relative lingue. Come è andata la Gira? Passamontagna in testa, niente foto, niente nomi, niente alcolici: per espressa volontà degli zapatisti, la Gira è stata condotta nel massimo riserbo. Nessun manifesto per pubblicizzare gli incontri, nessun evento su Facebook. Il punto di Riccardo Bottazzo per i lettori di Frontiere. Un veliero come mai nessun altro al mondo, quello salpato il 3 maggio scorso dalla penisola dello Yucatan. L’equipaggio portava il passamontagna nero dei combattenti dell’Eznl,…
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Perché si parla di genocidio del popolo guaraní

Per i guaraní la terra è l'origine di tutta la vita. Ma da oltre 500 anni le incursioni violente di 'civilizzatori', allevatori ed estrattivisti hanno devastato il territorio in cui vivono e quasi tutta la loro terra è stata rubata. Intanto, mentre i bambini guaraní muoiono di fame, negli ultimi anni centinaia di leader e attivisti sono stati assassinati. Le organizzazioni per i diritti umani mettono in guardia: si tratta di uno sterminio annunciato. Testo di Riccardo Bottazzo Yvy è malata. Yvy, che nella lingua guaraní significa la “Nostra Terra”, soffre per la crudeltà e la mancanza di rispetto degli uomini che la abitano, così come un corpo soffre se è attaccato da un virus. Ñande Ru Guasu, il Nostro Grande Padre, creatore del cielo, della foresta e dei corsi…
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Gli zapatisti sbarcano in Europa: cosa dobbiamo aspettarci

Ventisette anni dopo la rivolta del Chiapas, a luglio una delegazione di 160 zapatisti raggiungerà l'Europa per incontrare gli attivisti del Vecchio Continente. Tra gli appuntamenti, un tour dei luoghi delle rotte migratorie nel Mediterraneo e l'incontro con i movimenti ambientalisti del Nord Europa. Intanto una suggestione aleggia tra gli organizzatori: Marcos incontrerà Greta Thunberg? Articolo di Riccardo Bottazzo, immagine in copertina di Ya Basta Edi Bese Che poi, il subcomandante insurgente Marcos ce lo aveva sempre detto, no? Ce l’aveva ben chiaro in testa, il sub, sotto quel suo passamontagna nero e quel suo cappello alla cubana. Ce l’aveva chiaro in testa sin da quella volta che si era affacciato dal municipio occupato di San Cristobal De Las Casas, per gradare “Ya basta”. Per urlare a tutto il Messico…
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