di Manuele Petri Era il 30 agosto del 2008 quando a Bengasi il decaduto Silvio Berlusconi firmava il “Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia” con il defunto Muammar Gheddafi. Era l'inizio della politica dei respingimenti voluta fortemente dall'allora Ministro dell'Interno Maroni e dalla Lega, detentrice della golden share di quella maggioranza. Nonostante le denunce dell'Unhcr, di Amnesty International e di Human Right Watch, quegli accordi sono in gran parte ancora validi. Dopo la caduta del Rais, il governo Monti li ha infatti rinnovati eliminando la parola “respingimenti”. Si è mantenuta, però, l'impostazione di fondo del trattato che aveva l'obiettivo dichiarato di bloccare in nord Africa i migranti. Ora anche il governo Letta ha firmato due accordi con le autorità libiche che consentiranno di rafforzare la cooperazione…
Cosa dicono i quattro candidati alle primarie del Pd su politica estera, immigrazione e politiche sociali? Abbiamo (con fatica) spulciato i loro programmi, tra belle promesse, clamorose mancanze e qualche politichese di troppo. Il risultato? Civati il più completo su politica estera, diritto alla cittadinanza e diritti civili più in generali; alcune prospettive interessanti da Cuperlo, ma non convince la moderazione sugli F35; dal canto suo Renzi ritorna sullo ius soli anche se la sua visione della politica estera risulta estremamente eurocentrica; lo stesso dicasi per Pittella, che nel suo programma cita Pasolini e Morin ma dimentica completamente cittadinanza e politiche migratorie. A cura di Alex Bizzarri, Francesco Caselli, Joshua Evangelista e Monica Ranieri. Giuseppe Civati Politica estera. La mozione propone la valorizzazione del ruolo dell’opinione pubblica globale attraverso la costituzione…
di Alessandro Pagano Dritto I conti col passato. Un'altra tappa del processo al figlio di Muammar Gheddafi Seif al Islam e al suo capo dell’intelligence Abdullah Senussi. Sulla loro sorte si gioca l’immagine internazionale della Libia e, nel primo caso, anche il rapporto delle forze interne. [Leggi] Economia. Il workshop FDILibyadi Londra sembra sancire un importante legame economico con l’Inghilterra di David Cameron, cui il Primo ministro libico Ali Zeidan ha fatto visita. Non solo Inghilterra, comunque, tra i partner economici libici, anche Francia e Italia. La statunitense Exxon Mobil Corporation minaccia il ritiro se il blocco dei terminali petroliferi dovesse continuare. [Leggi] Fatti di Bengasi del settembre 2012. Proprio mentre un furto d’armi crea frizioni tra l’esercito statunitense e quello libico, una nuova inchiesta repubblicana sull’assalto all’ambasciata di Bengasi sottolinea le presunte…
Tazze di tè e mozziconi di sigarette artigianali sparsi qua e là; tra noi si erge una nuvola di fumo quasi a separarci, a creare un muro che, gradualmente, provo a infrangere. E lentamente lui, un guerrigliero del Free Syrian Army (FSA), si apre raccontandomi della sua vita prima della rivoluzione, delle sofferenze del suo popolo, delle vicende che lo hanno spinto a percorrere la via della lotta armata. Alcuni dettagli sono stati omessi o leggermente modificati per impedire di risalire alla sua identità, tutelando lui e la famiglia. Intervista di Valerio Evangelista – Settembre 2013 Partiamo dall'inizio. Qual era la tua vita prima della rivoluzione? Studiavo ingegneria meccanica navale, frequentavo l'accademia per la marina civile all'estero, in un paese arabo (che non riportiamo per motivi di sicurezza, ndr). Quando sono state…
di Joshua Evangelista E alla fine il momento arrivò. Dopo due anni e mezzo di sangue e oltre 120mila morti, l’opinione pubblica scoprì che in Siria era in atto un massacro. E via di inni pacifisti, di post contro Obama, di “vi-siete-dimenticati-dell’Iraq?” vari. Per carità, ben venga alimentare un sentimento condiviso contro la guerra, al cui sviluppo il nostro giornale non si è sicuramente tirato indietro. E mi ritrovo pienamente in accordo con la linea di Emergency, che dice: “Ai morti già causati dalla guerra in Siria se ne aggiungeranno altri, perché scegliere le armi oggi significa decidere sempre, consapevolmente, di colpire la popolazione civile: nei conflitti contemporanei il 90% delle vittime sono sempre bambini, donne e uomini inermi”. Ma dove siamo stati, noi tutti, negli scorsi due anni e…