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Islamofobia e detassazione dei risparmi: focus su Cain, il repubblicano nero che sfida Obama

di Federica Marsi Secondo l’ultimo sondaggio nazionale condotto dal Wall Street Journal e dall’NBC, Herman Cain, candidato afroamericano in corsa per le primarie repubblicane del 2012, ha sorpassato l’ex favorito Mitt Romney, in seconda posizione con il 23% delle preferenze contro il 27% di Cain. Da businessman sconosciuto ai più, Herman Cain è diventato famoso tra l’elettorato americano per i commenti schietti, una campagna elettorale semplice e per il suo libro “This is Herman Cain!”, diventato un best seller nelle librerie americane. Oggi Cain sembra sempre più vicino a strappare a Barack Obama non solo il ruolo di presidente, ma anche quello di icona di “self-made man” che incarna il sogno americano. La biografia di Herman Cain è di un imprenditore di successo che, dopo una laurea in matematica e…
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In Libia i sordi combattono con i ribelli. Sperando in un futuro di diritti

di Federica Marsi Per oltre quarant’anni il regime di Gheddafi si è retto su un precario gioco di equilibri tra divisioni tribali, razziali, etniche e religiose. In assenza di un leader forte e di una bandiera comune, queste differenze sembrano destinate a sfociare in una vera e propria guerra civile giocata su contrapposizioni e rivalità diventate endemiche sotto il regime. “Il problema”, dice Hassan Emnasser, rifugiato di Tawerga, al Global Post, “non è Gheddafi, il problema è tra bianchi e neri. Gli abitanti di Misurata non trattano bene le persone di Tawerga. E’ difficile trovare un lavoro, quindi si uniscono all’esercito di Gheddafi”. La guerra però non è solo il riperpetuarsi del vecchio ordine, ma anche un’occasione per la ridefinizione di tratti identitari comuni. E’ questo il caso degli 86 ribelli…
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Haiti, Onu sott’accusa: stupri e violenze sulla popolazione

di Federica Marsi Ricostruzione di un clima di sicurezza e giustizia, rafforzamento del governo haitiano e delle sue istituzioni, promozione del rispetto della legge e dei diritti umani. Questi i punti principali su cui si basa il mandato della MINUSTAH, la missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione di Haiti, creata nel 2004 in seguito alla cacciata del presidente Aristide e poi prolungata dopo il terremoto del 2010. L’accusa di un ragazzo haitiano diciottenne di aver subito violenze da parte di cinque militari appartenenti alle forze di pace dell’Uruguay ha riaperto in questi giorni il dibattito sull’efficacia del meccanismo di sorveglianza che dovrebbe garantire che l’ONU, per primo, metta in pratica i principi di cui si fa promotore. Secondo Michel Bonnardeaux, portavoce delle operazioni di peacekeeping, la vicenda è da…
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Voti per cibo e manciate di dollari. L’Asia delle elezioni condizionate

di Federica Marsi Lungi dall’aver risolto tutti i problemi del Sud-est asiatico, la democrazia in questa regione sembra dover ancora fare i conti con alcune annose questioni. Sebbene la compravendita di voti sia illegale, la distribuzione di soldi e doni ai votanti rimane una pratica ben consolidata durante il periodo pre-elettorale. Secondo un rapporto dell’UNDP, comuni sarebbero anche la manipolazione dei confini geografici e lo spostamento di una larga parte di votanti in un altro elettorato prima delle elezioni. A preoccupare è l’uso della violenza, stimolato dall’esasperazione per il ripetersi di questi episodi, che avviene prima e dopo la votazione. La strumentalizzazione del problema da parte dei partiti politici, che si accusano vicendevolmente di scorrettezze, ha portato negli ultimi anni al susseguirsi di violente proteste. L’ultima in Malesia, quando all’inizio…
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Indonesia, una nuova chance dopo la Jihad

di Federica Marsi L’ultima mossa del governo indonesiano nella lotta al fondamentalismo islamico è l’istituzione di un Consiglio Nazionale Antiterrorismo con il compito di organizzare veri e propri istituti di rieducazione religiosa per il reinserimento nella società di ex o presunti terroristi. L’idea sarebbe nata nel febbraio dello scorso anno a seguito della scoperta di un campo di addestramento nella provincia di Aceh. Delle 73 persone arrestate, 14 erano ex detenuti in libertà da pochi mesi. Questo ha portato ad una riflessione sull’efficacia del metodo detentivo, che studi successivi hanno dimostrato essere controproducente. Gli analisti sostengono che nelle carceri indonesiane i detenuti trovino terreno fertile per radicalizzare la propria fede, per poi uscire avendo maturato idee ancor più estremiste. Il progetto delle scuole di rieducazione nasce da un idea di…
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