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Due anni di rivoluzione. Il Bahrein continua a uccidere i suoi ragazzi

Un ragazzo. Un manifestante. Una voce alzata. Lui era Hussein al-Jaziri, un sedicenne ucciso questa mattina durante gli scontri con le forze governative a Dia, un villaggio sciita vicino a Manama. Nella manifestazione per il secondo anniversario dell'inizio della rivolta nel Bahrein, pallini di piombo lo hanno colpito, ammazzandolo. Due anni di rivoluzione. Era il 14 febbraio 2011 quando il malcontento del popolo (a maggioranza sciita, circa il 70% dei 600mila abitanti) si unì in Piazza delle Perle per chiedere giustizia sociale al governo (dinastia sunnita al Khalifa). Allora la protesta - dichiarata dal governo come una strategia orchestrata dall'Iran per distruggere il Paese dall'interno - fu "gestita" grazie all'aiuto delle forze saudite ed emirate. Arresti di blogger, gas tossici e sonic bombs sulla popolazione, carcere alle maestre che indicono uno sciopero. La…
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Kuwait, due anni di carcere per un tweet

In Kuwait, Paese arabo grande produttore di petrolio e importante alleato degli Stati Uniti, una sentenza ha confermato che si può finire in carcere se si diffondono le parole sbagliate attraverso i social media. Alla sbarra prima e in carcere adesso c’è finito l’attivista Rashid Saleh al-Anzi. La lesa maestà il suo reato, una ribellione nei confronti del sovrano Sabah al-Ahmad al-Sabah. L’attivista aveva condiviso, lo scorso ottobre, la sua riflessione su Twitter. Parole, le sue,  rimbalzate immediatamente sulle bacheche di quasi 6mila followers, per denunciare le restrizioni e le lesioni delle libertà subìte dai kuwaitiani, vere e proprie “pugnalate ai diritti”, secondo al-Anzi, inferte dai poteri incontrollati dell’emiro al-Sabah. Nel giro di due mesi, la sentenza di condanna, inflitta da un tribunale del Paese arabo, riportata dal quotidiano Alaan…
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L’attivista al-Khawaja a Frontiere: “In Bahrein ci arrestano anche per un like su Fb”

Maryam al-Khawaja ha 25 anni, gli occhi grandi scuri e un sorriso contagioso. Sorriso che terrà fino al termine dell'intervista anche nei momenti più brutti, anche quando non c'è molto da sorridere. È la sua forza. Figlia dell'attivista Abdulhadi al-Khawaja, cresciuta in Danimarca per un esilio volontario del padre, torna in Bahrein a ventidue anni. di Ilaria Bortot LA LOTTA PER I DIRITTI UMANI NEL DNA. "Quando sono tornata non riuscivo a trovare lavoro. Quando sei un'attivista tutta la tua famiglia paga per questo. Io ero la figlia di Abdulhadi, non c'era modo che qualcuno mi assumesse e così ho iniziato come volontaria per il Bahrain Centre for Human Rights". Una scelta spontanea per lei, cresciuta a pane e diritti umani. Entrambi i suoi genitori sono da sempre attivisti, come…
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Riad, le donne saudite in piazza contro le detenzioni preventive

Decine di persone in una manifestazione di piazza a Riad (cosa molto rara) per protestare contro le detenzioni preventive di congiunti e amici dei partecipanti. Di fronte agli uffici del procuratore della città c'erano molte donne, sotto il vigile controllo della polizia in tenuta antisommossa. Che, ad ogni modo, non è intervenuta. Nelle carceri saudite ci sono circa 5300 persone detenute senza alcun processo, ufficialmente per "motivi di sicurezza" ma de facto prigionieri politici. E per le associazioni umanitarie e gli attivisti tra loro ci sono vari anziani e minorenni. Insomma, una protesta dal forte connotato simbolico, visto che la monarchia saudita non ha subito ripercussioni particolari a seguito della primavera araba, al contrario di Egitto, Tunisia, Yemen, Libia e Bahrain. Per non parlare della Siria.  
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Hacker pro regime siriano attaccano i siti di al-Jazeera

I siti web in inglese ed in arabo di Al-Jazeera sono stati attaccati martedì, da un gruppo di simpatizzanti del regime siriano denominatosi “Al-Rashedon”  o “The guided one”. “Questa è la risposta alla vostra scelta di essere contro il popolo ed il governo della Siria, in particolare per il vostro sostegno ai gruppi armati terroristici e la diffusione di notizie false create appositamente”. Questo il comunicato apparso sulla home page di aljazeera.net. “Il vostro sito è stato violato, questa è la nostra risposta”. La rete araba ha poi avvertito i lettori della compromissione dei  propri servizi esterni,  aggiungendo inoltre: “i tecnici hanno risolto velocemente i problemi causati, anche se alcuni utenti potrebbero avere problemi ancora per un po’ di tempo. Ringraziamo la nostra comunità on line per la pazienza ed il…
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