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“Tolo Tolo non è un film in difesa dei migranti”

L'attore Mohamed Ba racconta il suo coinvolgimento in Tolo Tolo di Checco Zalone, tra stereotipi sugli africani e risposte alle critiche In Tolo Tolo Mohamed Ba recita la parte di un saggio dottore diretto in Europa, che nel bel mezzo della traversata del Sahara dice a Zalone che questi è "malato di fascismo". Poi lo rivediamo in Italia come scrittore affermato e infine come papa. Scrittore, attore e musicista senegalese, Mohamed si esibisce in Italia da oltre vent'anni. Ha visto tante fasi della società italiana, subìto un attacco in cui è stato accoltellato e ridotto in fin di vita, prodotto un video che ha superato tre milioni di visualizzazioni e infine recitato a fianco di Zalone nel suo film più politico. Che difende a spada tratta dalle critiche perché, secondo…
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Vito Fiorino, pescatore eroe contro la mattanza dell’indifferenza

Il 3 ottobre 2013 Vito Fiorino salva 47 migranti con il suo peschereccio, mettendo a rischio la sua stessa vita. È la notte della "mattanza": muoiono 368 persone, una delle peggiori stragi del Mediterraneo. Sei anni dopo, Vito continua la sua battaglia contro chi ha permesso e permette le morti in mare. Senza guardare in faccia a nessuno. Nella notte tra sabato 5 e domenica 6 ottobre, a sei miglia da Lampedusa, sono state recuperate le salme di 13 persone, tutte donne, alcune incinte. Appena tre giorni prima nell'isola si ricordava la strage del 3 ottobre 2013, in cui avevamo perso la vita 368 migranti. Politici, istituzioni, gente comune e addetti ai lavori dicevano all'unisono "mai più morti in mare". Parole evidentemente buttate al vento. Nel consueto cacofonico chiacchiericcio post…
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Così l’occupazione schiaccia il cristianesimo in Palestina

Fondatore del Monastero di Sant'Ephrem a Taybeh, l'unico villaggio interamente cristiano di tutta la Palestina, Padre Jacques Frant racconta la vita di un monaco sotto occupazione militare Jacques Frant è un monaco melchita, giunto alla fede e all’amore per il popolo palestinese dopo una vita travagliata e sofferta. Nato a Parigi nel 1950 da padre polacco e madre turca, entrambi ebrei, a 16 anni prese coscienza dei tragici eventi della Shoah vissuti dalla sua famiglia. Questa pesante eredità lo condusse verso una posizione netta contro il razzismo, entrando nelle case degli immigrati, nordafricani e italiani in particolare. “Non fu facile superare la paura dell’altro”, commenta Padre Jacques. “Soprattutto con gli algerini, visto che si era appena conclusa la Guerra d’indipendenza. Ma è stato così gratificante!”. Visse in prima linea il Maggio parigino, uscendo persino…
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Orfani di Bauman, la vita dopo Zygmunt

di Bartolomeo Bellanova* In qualche misura e forse anche senza esserne pienamente consapevoli, siamo tutti orfani di Zygmunt Bauman, scomparso a Leeds, dove viveva e insegnava da tempo, il 9 gennaio ’17 all’età di 91 anni. Bauman, lucidissimo sociologo e filosofo, nasce a Poznan il 19 novembre 1925. La sua vita attraversa la storia del secolo scorso come quella degli ormai pochi sopravvissuti ad eventi sconvolgenti per l’umanità. Di genitori ebrei, Bauman fugge ragazzo nella zona di occupazione sovietica dopo l’invasione nazista della Polonia nel 1939 e si arruola nell’esercito sovietico. Dopo la guerra inizia a studiare sociologia all’Università di Varsavia e a pubblicare in diverse riviste di elevata diffusione non solo nell’ambito universitario. Passati anni di sostanziale stabilità, nel 1968 Bauman perde la cattedra universitaria a causa della ripresa…
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Trump ha ragione: la Svezia ha un problema con il terrorismo, di destra

di Joshua Evangelista* “Dobbiamo rendere sicuro il nostro paese. Guardate cosa è successo la scorsa notte in Svezia”, tuonava Donald Trump una settimana fa in Florida, davanti a migliaia di sostenitori in estasi. “La Svezia, chi l'avrebbe mai immaginato! Ne hanno presi tanti e ora devono affrontare problemi inaspettati”, proseguiva nel ragionamento, collegando questo non meglio specificato fatto svedese alle politiche d'accoglienza di Stoccolma. Eppure nei giorni precedenti al discorso di Trump la polizia svedese non aveva registrato alcun attentato terroristico di matrice islamica o comunque riconducibile ai migranti. L'imbarazzante uscita del neopresidente degli Stati Uniti ha scatenato l'ilarità degli scandinavi, capeggiati dall'ex primo ministro Carl Bildt che ai suoi follower su Twitter ha chiesto quale droga avesse ispirato un discorso così infelice. Al di là dell'ampio debunking collettivo sulle…
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