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Afrofest, suoni d’Africa nel verde romano

Arrivano da Mali, Burkina Faso e Costa D’Avorio i grandissimi artisti che animeranno la terza edizione dell’Afro Fest, ideato e organizzato da DWA (Destination West Africa), dal 2 al 4 giugno 2017 a Roma, presso la Cooperativa Agricoltura Nuova, dove la natura capitolina ospiterà ritmi, suoni ed energie di alcuni dei più noti musicisti e danzatori africani. In una festa che trasformerà lo spazio in un ricco villaggio con workshop, incontri, mercatini, cene e falò per far rivivere a Roma l’ineguagliabile capacità africana di comunicare e stare insieme condividendo i diversi ritmi. Gli artisti in programma quest’anno sono notevoli: c'è Harouna Dembele dal Burkina Faso, che gira il mondo facendo vibrare i suoi djembè insieme ai Parissa, gruppo che ha fondato da qualche anno. Dal Burkina Faso arriveranno anche Fatoma Dembele, Inoussa Dembele, Ousmane Coulibaly, Aminata Sano; dal Mali: Bifalo Kouyate; dalla Costa d’Avorio: Oumar Ouattara…
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Funky Tomato, il pomodoro “partecipato”

Intervista di Elena Cesari Come nasce il progetto Funky Tomato? Il gruppo Funky Tomato nasce dall’intreccio di diversi percorsi. Io vengo da un’associazione che si chiama Fuori dal Ghetto e Osservatorio Migranti Basilicata nel territorio di Venosa, che è il luogo in cui sono cresciuto e in cui c’è uno dei ghetti abitati stagionalmente dai raccoglitori di pomodoro, quasi tutti migranti africani, nella contrada di Boreano. In questo posto noi abbiamo fatto per tre anni una scuola di italiano della durata di un mese e mezzo, nella stagione di raccolta, da metà agosto a fine settembre, alternandoci con un po’ di insegnanti volontari sia dei paesi vicini, Lavello, Palazzo San Gervasio, sia di volontari provenienti da tutt’Italia. Io sono ricercatore universitario quindi il mio primo approccio a questi temi è stato…
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Per uno sviluppo africano bisogna rinunciare a elemosina e cooperazione corrotta

"L'Africa non potrà mai sradicare la povertà affidandosi alla carità dei paesi sviluppati". Partendo da questo assunto, detto e ridetto ma mai veramente attuato, Jean-Pièrre Honla, esperto di economia africana e di sviluppo rurale, ha deciso di costruire un network virtuoso che creasse ricchezza effettiva in Africa. Una risposta concreta, dal basso, all'"aiutiamoli a casa loro" che tanto piace a certa politica nostrana. Del resto sono i paesi più sviluppati del mondo ad attirare il maggior numero di africani in fuga della povertà: l’88% di africani in fuga vive in un paese sviluppato (sessanta anni fa era meno dello 0,3%). Necessità di fuggire a fame e guerre da un lato, cooperazione e carità che non funzionano dall'altro. "Avevo notato che gran parte degli aiuti inviati in Africa dai paesi sviluppati contribuiva…
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Libia, la comunità internazionale si riposiziona

di Alessandro Pagano Dritto (Twitter: @paganodritto Facebook: Cronache libiche)   Non si è ritenuto corretto che il lettore leggesse quanto segue rimanendo all'oscuro del fatto che il Dialogo Nazionale di cui tante volte si fa menzione qui sotto è alla fine stato fissato per il 14 gennaio 2015 e che il 14 gennaio 2015 è iniziato senza subire i precedenti rinvii. Tuttavia si è ritenuto che fosse fondamentale mantenere la periodizzazione avuta fin qui e che il lettore, saputo questo, potesse conoscere anche cosa fosse successo prima della data fatidica. Perciò si è ritenuto anche scorretto cambiare quanto - cioè tutto al di fuori delle Conclusioni - fosse già stato scritto prima di quella data: per non cadere nell'errore, sempre possibile, di scrivere col senno di poi. Grazie della comprensione.…
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“Alhamdulilah”, storie di fuga e di rifugiati

di Alessandro Pagano Dritto Dal 17 febbraio al 23 ottobre 2011 otto mesi di guerra civile ponevano fine, in Libia, alla quarantennale guida del Colonnello Muammar Gheddafi. Vinceva la guerra il fronte variegato dei ribelli, il cui rappresentante ufficiale era il Consiglio Nazionale Transitorio (National Transitional Council, NTC). Otto mesi di guerra civile, quelli, che oltre ad un altissimo numero di morti provocarono anche un numero elevato di rifugiati; nei paesi africani limitrofi ma anche, attraversato il Mediterraneo, in Europa. E il lembo più vicino di Europa per molti furono allora l’Italia, la Sicilia, l’isola di Lampedusa. Già il 12 febbraio 2011, sull’onda degli eventi tunisini che di poco precedettero quelli libici, il governo italiano dichiarò uno Stato di emergenza nel territorio nazionale in relazione all’eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai…
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