Alla fine di ciascuna puntata del nostro format di dirette #viaggiadacasa, abbiamo chiesto agli ospiti (giornalisti, scrittori, animatori culturali e attori) di consigliarci dei libri per conoscere più in profondità i paesi dove erano nati, cresciuti o che, per motivi personali o professionali, avevano influito radicalmente sul loro percorso. La maggior parte di noi quest’estate non viaggerà oltre i confini nazionali, o forse non viaggerà proprio. Quale migliore occasione per lasciarsi trasportare da questi consigli di lettura? Ci sono romanzi, saggi geopolitici, appunti di viaggio. Alcune sono scelte “obbligate”, altre sono chicche non facilissime da trovare, altre ancora delle scelte sorprendenti. Le trovate tutte qui sotto, divise per aree geografiche. Buona lettura! Due postille prima di lasciarvi alla lettura della lista: un’altra cosa che potreste fare durante le vacanze è…
Cosa abbiamo imparato dopo 24 dirette di #viaggiadacasa Che il giornalismo sia in crisi di autorevolezza è cosa arcinota. Che a causa della pandemia questo astio si sia accentuato, anche. Insomma, fare informazione oggi vuol dire navigare a vista in un mare denso di complotti, rancori e risentimenti. Perché al sospetto verso il giornalista schiavo del potere si aggiunge l’antipatia per il portatore cinico di cattive notizie, lo sciacallo che lucra sul dolore altrui. E non sempre si può dare torto a chi la pensa così. Questo vale in generale; per l’informazione sugli esteri la situazione è smisuratamente peggiore. Da una parte c’è un racconto estremamente sciatto, in cui i luoghi e le persone che li abitano diventano importanti solo per momentanei istanti di estrema emotività (l’India diventa il paese…
Ospita a casa un giovane migrante e racconta su Facebook la quotidianità della loro convivenza. Un diario a capitoli, quello di Salvatore Borgese, che aiuta a riflettere al di là di ogni luogo comune sul significato di coesistenza interculturale. Riportiamo il racconto integrale, per gentile concessione di Salvatore Borgese. Leggi qui la nostra intervista a Salvatore Borgese
Hanno chiuso la porta del deserto. Hanno trasformato le antiche vie carovaniere in piste di morte. “Li caricano sopra i camion e poi li fanno scendere in mezzo al deserto con le minacce o con qualche scusa. Gli raccontano che verranno a prenderli, ma non è vero. Li abbandonano in mezzo al deserto. Uomini, ragazze, donne anche con bambini molto piccoli… senza acqua, senza cibo. La sabbia del Ténéré è un giardino di cadaveri in decomposizione”. Abdel (il nome è stato cambiato per motivi di sicurezza, ndr) era un passeur. Era un passeur perché tutti i tuareg lo sono e lo sono sempre stati. Accompagnava i lavoratori dei Paesi che si affacciano sul Golfo di Guinea sulle piste del deserto che solo un tuareg sa vedere, sino ai campi di…
La periferia est della Capitale è conosciuta per il disagio sociale e il numero crescente di atti di razzismo e violenze verso i migranti. Eppure sulla Casilina c’è un centro, o meglio una casa, dove insieme migranti e residenti locali hanno riscritto le regole della convivenza [foto copertina: Scultura Fasasi]. A Roma, in via Casilina 634, esiste un luogo di accoglienza, integrazione e promozione interculturale che opera attivamente sul territorio da cinque anni. Ma soprattutto una casa dove i rifugiati hanno la grande opportunità di frequentare corsi di formazione, imparare italiano e inglese e trovare accoglienza. Lo scorso ottobre sono state inaugurate le attività della nuova stagione. È stata per me l’occasione di conoscere una realtà molto importante per il territorio e di scambiare due parole con Marianna Occhiuto, responsabile…