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Cristiani di trincea: nella “piccola Roma dell’Iraq” il Pkk difende la comunità caldea dall’Isis

di Riccardo Bottazzo I bombardamenti francesi e americani a Mosul? Assolutamente inutili. Gli unici che davvero combattono l’Isis? I peshmerga ma soprattutto i combattenti e le combattenti del Pkk. A dirlo è un prete. Ma un prete di frontiera. Anzi, di trincea. Ghazwan Baho, parroco della “piccola Roma dell’Iraq”: Alqosh. Siamo nella piana di Ninive, a ridosso del confine con la Turchia, in quello Stato autonomo ma non dichiarato che è il governatorato di Ninawa nel Kurdistan iracheno. Se salite sull’unico campanile della città e allungate lo sguardo oltre i fumo delle esplosioni riuscite a scorgere il tenue profilo della città di Mosul, neppure 50 chilometri a meridione. Io ci sono stato per puro caso (volevo andare a Ninive ma avevo sbagliato strada e, soprattutto, momento) con due amici medici, nel…
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Politici locali nel mirino della criminalità. Intervista a Gianfranco Bettin

di Riccardo Bottazzo Gli amministratori pubblici non sono tutti uguali. Ce ne sono di capaci e incapaci. Attivi e indolenti. Corruttibili e no. Ignavi, complici, o concretamente e direttamente impegnati contro la criminalità di ogni tipo e livello. Al punto da “meritarsi” attacchi, minacce, intimidazioni, violenze da parte di quest’ultima. E’ quanto emerge da due indagini recenti. E’ di qualche giorno fa il Rapporto della Commissione straordinaria d’inchiesta del Senato sul “fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali”. Sono centinaia gli atti contro gli amministratori locali che si perpetrano ogni anno. Tra 2013 e 2014 sono stati oltre 1200, con una media di 2,6 denunce al giorno. Il fenomeno interessa per il 35% sindaci, per il 17% assessori, per il 17% consiglieri comunali e per il resto dirigenti, funzionari…
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Italia e Grecia condannate per le espulsioni illegali. In memoria di Zaher…

Zaher non doveva morire. Il suo lungo viaggio verso l'Europa avrebbe dovuto concludersi sulla banchina del porto di Venezia. Zaher non avrebbe dovuto nascondersi sotto quel tir che lo ha schiacciato, per cercare di superare il controllo della polizia di frontiera italiana. Zaher avrebbe dovuto uscire a testa alta dalla stiva della nave dove si era imbarcato di nascosto a Patrasso. Ad accoglierlo, avrebbero dovuto esserci operatori sociali e sanitari e non poliziotti pronti a rimandarlo indietro, affidandolo agli stessi aguzzini da cui cercava di scappare. Era solo un bambino, Zaher. Dal suo paese nelle montagne d'Afghanistan aveva portato con sé solo il suo quaderno di poesie e tanta voglia di vivere. L'11 dicembre del 2008, Zaher è stato ucciso da una frontiera che non doveva esistere e da pratiche di respingimento…
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A Lampedusa per riscrivere la geografia dei diritti

di Riccardo Bottazzo Nessuno se l’è dimenticato, quel 3 ottobre. A poche miglia dalla spiaggia di Lampedusa affogavano 368 persone. Uomini, donne e bambini in fuga da guerre, fame e violenze. Uomini, donne e bambini che cercavano solo un futuro e che hanno trovato una frontiera. La frontiera di guerra di una Europa militarizzata che, anche dopo la tragedia, continua ad investire miliardi di euro in politiche di esclusione forzata a Lampedusa come a Melilla, con il muro di Evros, i pattugliamenti di Frontex, fino ad invadere la stessa sovranità di Stati terzi, esternalizzando sino al cuore del deserto libico i suoi dispositivi di controllo. Le frontiere servono a dividere e non “pesano” mai solo da una parte. Anche chi è nato dalla parte “giusta” del confine viene giornalmente umiliato…
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Il jazz, un’arma contro le derive reazionare e xenofobe dell’Ungheria

"Musei, fondazioni e teatri sono stati o chiusi o assegnati a servi del regime che li usano solo a fini propagandistici. Senza libertà non si può produrre cultura". di Riccardo Bottazzo REAZIONE E XENOFOBIA, UN COCKTAIL ESPLOSIVO. E’ notte fonda a Budapest. E la premesse c’erano tutte. Gli scandali e il malgoverno che hanno travolto il partito socialista al potere da due legislature, la crisi economica che ha devastato soprattutto le categorie più deboli, il rafforzarsi di partiti di destra e di formazioni dichiaratamente naziste e xenofobe; il partito conservatore Fidesz ha vinto le elezioni con il 53% di voti e il suo leader Viktor Orbàn governa senza sottostare a mediazioni con partiti più moderati - come era avvenuto in passato - e avendo anche i numeri per mettere mano alla…
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