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Libia. Tobruk e Nazioni Unite, cronaca recente di un dissenso non definitivo

di Alessandro Pagano Dritto. (Twitter: @paganodritto)   Al momento di pubblicare questo articolo, mancano pochissime ore al termine della scadenza imposta dalle Nazioni Unite per l'approvazione delle proposte di accordo e di governo unitario: la mezzanotte del 20 ottobre 2015. Il 19 ottobre il parlamento internazionalmente riconosciuto ha svelato tutta la propria incertezza nei confronti dell'uno e dell'altro. Nessuna delle due realtà politiche libiche si è ancora espressa ufficialmente e in modo unitario sulle questioni, ma le riserve verso il Palazzo di Vetro sembrano quindi acquisire da ambo le parti sempre maggior peso e visibilità.   Reason for conflicting reports? Well, some MPs claim the vote happened, others say it did not happen & there was a meltdown. #Libya #pt — Rana Jawad (@Rana_J01) 19 Ottobre 2015   Nella tarda…
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Quello che non torna sulla strage alla Mecca

I disordini nel pellegrinaggio alla Mecca - Il pellegrinaggio alla Mecca è il più grande raduno di tutti i musulmani al mondo. Nel quinto pilastro dell’Islam ogni musulmano ha l'obbligo di recarsi alla Mecca almeno una volta nella vita se i suoi mezzi lo consentono. Non è la prima volta che avvengono disordini durante questo pellegrinaggio, ma la strage di quest’anno con l’alto numero di vite umane perse e le polemiche sulla mancata sicurezza hanno creato una forte polemica che non sembra attenuarsi. La causa principale della tragedia è da imputarsi all’intenso afflusso di pellegrini nella zona di Mina alle porte della Mecca. In questa località il fedele deve prendere parte al rito della lapidazione simbolica. Vengono infatti lanciate delle pietre contro delle colonne che simboleggiano Satana e il male. Il sovraffollamento dei…
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Noi iracheni sunniti devastati da Isis e milizie sciite

Laith è uno dei tanti giovani iracheni emigrati in Giordania alla ricerca di un futuro migliore, lontano dalla violenza settaria e dalle crudeltà perpetrare dall’ISIS. È arrivato ad Amman nel 2013 e da allora si divide fra università e lavoro, cercando di vivere il più possibile lì quella vita normale che gli è stata negata a Bagdad. Prima di quella data, nel 2012, la percentuale di iracheni presenti sul territorio del Regno Hashemita era pari al 7%, ma, col precipitare degli eventi nella Mezzaluna fertile lo scorso anno, l’UNHCR ha registrato un afflusso giornaliero di 250 persone in cerca di asilo determinate ad oltrepassare il confine nord-orientale del Ruwashid. Oggi questo numero continua ad aumentare e sempre più iracheni si aggiungono ai palestinesi e ai siriani già presenti in Giordania,…
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Faccia a faccia col nemico

di Joshua Evangelista e Valerio Evangelista, foto di Monica Ranieri (Frontiere per LookOut - maggio/giugno 2015) "Basta che superi questo palazzo e la vedi”, ci dice Ahmed, un professore di matematica fuggito da Raqqa che ora insegna frazioni ed equazioni ai figli dei profughi siriani. E in effetti è così: oltre una recinzione spinata, a circa 300 metri, si erge nel cielo la ben nota bandiera nera con la shahada bianca, stendardo dello Stato Islamico. Prima del Trattato di Ankara del 1921, Akçakale e Tell Abyad erano un’unica città. E i rapporti commerciali sono stati buoni fino al 2011, quando le rela- zioni tra Turchia e Siria si sono incrinate irriediabilmente. Nel 2012 i colpi di mortaio provenienti dalla Siria hanno ucciso cittadini turchi e così Akçakale, 30mila abitanti per…
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Essere bambini afghani in Iran

di Tiziana Ciavardini, antropologa L'Iran è uno dei primi paesi che accolgono i rifugiati nel mondo, la maggior parte provenienti dall'Afghanistan. Si stima infatti che in Iran gli immigrati afghani clandestini siano circa 1,400.000 -2.000.000. Queste cifre unite al numero della popolazione di rifugiati ufficialmente registrati sale complessivamente a 2.400.000 - 3.000.000. Di questi almeno 800.000 sono bambini. Per aiutare l’integrazione e aumentare il livello di alfabetizzazione delle giovani generazioni di afghani in Iran la Guida Suprema Ayatollah Kamenei ha ordinato che tutti i bambini afghani vengano registrati e sia a loro consentita l’istruzione indipendentemente dal loro status di residenza. Proprio dal 3 al 7 agosto gli Afghani hanno dovuto registrare i propri figli presso le scuole statali iraniane. Al momento circa  350.000 scolari afghani frequentano legalmente la scuola in…
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