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Il Benin abolisce la pena di morte

di Valentina Severin Il Benin è il 106esimo Paese nel mondo e il 17esimo in Africa ad abolire la pena di morte. Con la ratifica del Secondo Protocollo Opzionale alla Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici, il Benin ha concluso il suo lento cammino verso l’abolizione della pena capitale. Da almeno vent’anni ormai le autorità del Paese non praticano esecuzioni: secondo quanto riportato da Amnesty International, l’ultima avrebbe avuto luogo nel settembre del 1987, quando due uomini furono fucilati per aver commesso un omicidio rituale. L’anno prima erano state giustiziate sei persone, mentre l’ultima condanna a morte, non eseguita, risale al 2010. “Le autorità del Benin devono essere lodate per questo importante passo che allinea il loro sistema giudiziario alla tendenza globale di mettere fuori legge questa pena crudele” ha…
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Disastro ambientale nel Delta del Niger, la Shell ammette le sue colpe

di Valentina Severin Alla vigilia della presentazione del rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), la multinazionale petrolifera anglo-olandese Shell ha ammesso la propria responsabilità nei due incidenti che nel 2008 e nel 2009 devastarono il territorio del Delta del Niger, occupato dalla popolazione Ogoni. DISASTRO AMBIENTALE. Secondo lo studio dell’UNEP, finanziato dal colosso petrolifero stesso e presentato il 4 agosto al Presidente nigeriano Goodluck Jonathan, l’entità del disastro causato dalla copiosa fuoriuscita di petrolio nei due incidenti potrebbe essere maggiore che nel caso della petroliera Exxon Valdez, che nel 1989 riversò 41 milioni di litri di oro nero nel Mare dell’Alaska, finora considerato il più grave incidente della storia prima di quello dello scorso anno della British Petroleum nel Golfo del Messico. IL RAPPORTO UNEP. La relazione…
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Kashmir, l’inferno dimenticato

di Luca Ortello Il Kashmir, considerato la Palestina dell’Asia, ha una storia travagliata, segnata da violenze colonialiste ed eccidi etnici che vedono contrapposti i musulmani agli indù Pandit. Una terra a confine tra India, Pakistan e Cina, rivendicata da tutti e tre gli Stati, che al momento stenta a trovare una propria unità nazionale. I disordini del settembre 2010: Appena un anno fa il Paese ha conosciuto una delle rivolte secessioniste più violente della sua storia, i “Disordini del Kashmir”, iniziati nel giugno del 2010, quando l’11 giugno Tufail Ahmad Mattoo, uno studente di 17 anni, viene ucciso dalla polizia indiana dopo essere stato colpito da un razzo di gas lacrimogeno, durante una delle tante proteste secessioniste. La morte del ragazzo è strumentalizzata per la causa separatista: il caduto viene…
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Siria: dall’inizio delle proteste sono scomparse 3.000 persone

Sono più di quattro mesi che è scoppiata la rivolta in Siria, contro il presidente Bashar al-Assad. Da allora circa 3.000 persone sono letteralmente scomparse e non risultano ne in carcere ne sotto il controllo delle forze di sicurezze. A lanciare l’allarme è l’ong Avaaz che ha elaborato una lista di 2918 persone che mancano all’appello. Ricken Patel, direttore di Avaaz ha affermato: “è scioccate, scompare una persona ogni ora. Questo è il volto del regime”. Amnesty International e Human Right Watch, invece non hanno reso note le stime precise della gente scomparsa ma secondo Nadim Houry, responsabile siriano di HRW, arrestare i manifestanti senza avvisare le loro famiglie, è una pratica diffusa. Ieri, almeno otto persone che manifestavano contro il governo sono morte nei pressi di Damasco. Secondo le…
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“No Maroni Day” contro la censura della “Guantanamo italiana”

di Francesco Caselli "In considerazione del massiccio afflusso di immigrati provenienti dal Nord Africa e al fine di non intralciare le attività loro rivolte, l’accesso alle strutture presenti su tutto il territorio nazionale, di cui alla circolare n.1305 del 24 aprile 2007, è consentito, fino a nuova disposizione, esclusivamente alle seguenti organizzazioni: Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (Oim), Croce Rossa Italiana (Cri), Amnesty International, Medici Senza Frontiere, Save The Children, Caritas, nonché a tutte le Associazioni che hanno in corso con il Ministero dell’Interno progetti in fase di realizzazione nelle strutture di accoglienza, finanziati con fondi nazionali ed europei". Una buona iniziativa ma solo all’apparenza. Se leggiamo attentamente l’elenco delle organizzazioni vediamo che all’appello manca una componente fondamentale: la stampa. L’art. 21…
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