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Appalti irregolari, arrestato il sindaco di Adro

Lo "sceriffo" leghista che negava il cibo ai bimbi (quasi tutti di origine straniera) i cui genitori non riuscivano a pagare la retta della mensa, l'uomo che tappezzò di "soli padani" la scuola comunale, è stato arrestato. L'accusa è di “turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente” e di “falso in atto pubblico”. Il primo cittadino Oscar Lancini avrebbe infatti favorito alcune aziende nella gara d’appalto per la realizzazione di alcune opere in paese, in particolare nell’area feste. Sono 24 gli indagati. L'accusa sostiene anche che per la realizzazione delle opere in questione (del valore di oltre un milione di euro, nonostante la dichiarazione di gratuità della stessa) sarebbero stati nominati imprenditori "vicini" al sindaco. Senza bandi di gara. Il sindaco avrebbe inoltre concesso l’aggiudicazione di un’area comunale -…
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Lettera di un albanese toscanaccio all’amico Calderoli

Grande Robertone, adesso sì che ti riconosco, finalmente riconosco il vero leghista che è in te. Com'è che 'sta gentaccia non capisce le tue battute?? Ti ricordi quella volta che, pe fa' i figo co' i tuoi amici razzistelli, te ne sei andato in tv co' la maglietta che prendea pe' i culo l'islam?? Peccato che nessuno ti prende sui serio a Robbè. E quando andasti a portà a spasso i maiale sul suolo dove dovevano costrui' la moschea....che risate a Robbè! A dire i vero ho dovuto spiega' ai miei amici che unn'era stato i maiale a portatti a spasso....sono i soliti comunisti toscani, invidiosi delle tu' trovate geniali. Robbè, ti ricordi quella volta che te ne sei uscito cantando "Chi non salta italiano è..."?? maremma maiala che risate.…
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Espulsioni rom, Corte europea condanna l’Italia: “Violato il diritto all’unità famigliare”

LA CONDANNA. L'Italia è stata condannata dalla Corte europea per i diritti dell'uomo per "violazione del diritto all'unità famigliare" nel processo riguardante la vicenda di Nevresa Hamdovic. Nevresa, nata nel 1977 in Bosnia-Erzegovina, vive in Italia dal 1988, da quando lei, alla giovane età di 13 anni, e la sua famiglia si trasferirono assieme ad altre 44 famiglie rom nel campo nomadi di via Salvini a Roma. Nel corso della sua permanenza in Italia Nevresa si è sposata con Mammut, possessore di un regolare permesso di soggiorno, e ha dato alla luce cinque figli che hanno frequentato tutti regolarmente la scuola dell'obbligo. Ma la signora Hamdovic ha avuto anche alcuni problemi con la legge: nel periodo della sua vita passato in Italia era stata accusata di furto e impiego di minore…
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“Forza Etna, forza Vesuvio”, Fb chiude profilo della leghista razzista

Non accenna a placarsi la bufera attorno a Donatella Galli, consigliera provinciale leghista autrice di un imbarazzante post pubblicato su Facebook. La Galli aveva infatti commentato: "Forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili" in riferimento ad una foto che ritraeva l'Italia (eccetto la parte della pianura padana), completamente sommersa dall'acqua. Immediata e dura la reazione del Web, che ha riempito di insulti il profilo della Galli, che tuttavia riduce il tutto ad una semplice barzelletta: "Una barzelletta stupida, però una barzelletta. Avevo preso il disegno, su internet, mi sembrava buffo, e ho commentato con 'forza Etna forza Vesuvio forza Marsili', per me una barzelletta. Se mi dite che era troppo pesante, non ha fatto ridere va be’ può anche darsi; del resto se lei racconta ad una suocera una barzelletta sulle…
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“Milano zingaropoli con Pisapia”, la sentenza condanna Pdl e Lega

Durante la campagna elettorale dell'anno scorso Berlusconi disse che Milano sarebbe diventata una "zingaropoli" o "una città islamica" se avesse vinto Pisapia; subito la Lega seguì a ruota il Cavaliere affiggendo ovunque manifesti che lanciavano lo stesso messaggio. Accusati di aver lanciato una campagna razzista e discriminatoria, i due partiti si difesero dicendo che si trattava soltanto di una battaglia politica. Sul Corriere di oggi Gian Antonio Stella racconta l'epilogo della causa in questione: Il verdetto li condanna: si trattava di messaggi in contrasto con le leggi contro il razzismo. Certo, la sentenza precisa che le parole del Cavaliere, in quanto parlamentare e presidente del Consiglio, non potevano essere censurate. Ovvio: senza i procedimenti di rito, c’è l’immunità parlamentare. E vale lo stesso per Umberto Bossi, che in quella campagna elettorale si…
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