Ricordo quel giorno di fine settembre del 1998. Ero felice ed impaurito allo stesso tempo, stavo per affrontare il mio primo giorno di scuola, il primo giorno in una scuola italiana. Mi avvicinai al cancello e notai un immenso giardino verde curato, mentre entravo dentro ammiravo le grandi vetrate delle finestre, non ero abituato a vederle nell’Albania del ’97 dove ogni edificio pubblico era stato distrutto dai vandali, compresa la mia vecchia scuola. Osservavo stupefatto gli ambienti colorati che caratterizzavano la scuola L.L. Radice di Sesto Fiorentino, spiavo incuriosito dalle porte socchiuse delle aule gli altri bambini che parlavano, ridevano, cantavano in coro ed a me bastava questo per essere felice. Nello stesso tempo ero impaurito, la nuova lingua rappresentava un ostacolo enorme, le uniche parole che conoscevo erano “Sì”…
di Arber Agalliu Dopo i fatti della scorsa settimana che hanno visto protagonista Addai Richie (ascolta la nostra intervista audio), il cittadino di origini ghanesi al quale era stata negata la cittadinanza italiana perché per sua (s)fortuna non conosceva alcune figure illustri di questo Paese, girando su internet ho notato che molti politici e utenti vari commentavano l’episodio con frasi del tipo “la cittadinanza va guadagnata e non regalata”. Sinceramente non so come questi individui abbiano conquistato e guadagnato la cittadinanza italiana. Forse è come dice Caparezza in uno dei suoi testi, “tu sei nato qui perché qui ti ha partorito un f**a”… Ecco perché ho deciso di contattare telefonicamente ed intervistare una persona speciale, la signora H.A che da diversi anni ormai attende di ricevere la cittadinanza italiana. Salve…
Ci sono voluti sette agenti della Polizia Municipale di Venezia per fermare, ammanettare e successivamente accompagnare in caserma il 45 enne iraniano, Aras Kefayati. Non stiamo parlando di un pericoloso latitante della 'Ndrangheta e nemmeno di un narcotrafficante messicano, Kefayati è un'artista molto conosciuto dai veneziani. Nonostante abbia studiato all'Accademia delle Belle Arti, l'uomo da circa tre anni è costretto a guadagnarsi da vivere dipingendo per strada. Un modo onesto questo per guadagnare e sopravvivere alla crisi economica, peccato che per lo Stato italiano Aras risulta essere un semplice abusivo, o meglio un pittore abusivo. Proprio per questo motivo, durante la giornata di ieri, l'uomo è stato strattonato e ammanettato davanti a turisti e a tante persone incredule che hanno assistito alla brutale scena messa in atto dai vigili urbani.…
Grande Robertone, adesso sì che ti riconosco, finalmente riconosco il vero leghista che è in te. Com'è che 'sta gentaccia non capisce le tue battute?? Ti ricordi quella volta che, pe fa' i figo co' i tuoi amici razzistelli, te ne sei andato in tv co' la maglietta che prendea pe' i culo l'islam?? Peccato che nessuno ti prende sui serio a Robbè. E quando andasti a portà a spasso i maiale sul suolo dove dovevano costrui' la moschea....che risate a Robbè! A dire i vero ho dovuto spiega' ai miei amici che unn'era stato i maiale a portatti a spasso....sono i soliti comunisti toscani, invidiosi delle tu' trovate geniali. Robbè, ti ricordi quella volta che te ne sei uscito cantando "Chi non salta italiano è..."?? maremma maiala che risate.…
“ATTENZIONE! Siate tutti informati. Sono e sempre sarò una donna di colore. Se siete allergici ai neri non entrate. Ma se preferite un sano pasto di qualità in un ambiente gradevole e pulito entrate. NON MORDO!” e termina con: “Grazie. Martha-Renee.” E' con queste parole che Martha-Renee Kolleh, proprietaria di un bar nella città di Ossett (Regno Unito), ha deciso di rivolgersi ai suoi clienti nell'ultimo tentativo di salvare il suo lavoro. Madre di tre figli, proveniente dalla Liberia, Martha-Renee ogni giorno è vittima di episodi razzisti che la vedono coinvolta in prima persona. A causare questi problemi è il colore della pelle della giovane donna, la quale ogni giorno si vede additare dai suoi clienti solo perchè nera. Nella piccola cittadina di Ossett, che conta circa 23 mila abitanti…