Intervista di Riccardo Bottazzo Immaginate un extraterrestre. Immaginate che attraversi gli spazi siderali sulla sua lucente astronave per atterrare nella spianata del Tempio, scansando contraeree, missili e mitragliate varie da parte dell’esercito meglio armato del mondo. Immaginate che il nostro alieno esca dalla sua astronave e se ne vada a spasso per Gerusalemme chiedendo alla gente: “Scusate, come faccio a distinguere i palestinesi dagli israeliani, considerato che per me siete tutti terrestri: tutti ugualmente brutti, privi di antenne e tentacoli?” Ebbene, voi cosa rispondereste? Amira Hass, giornalista e scrittrice ebrea ed israeliana che ha scelto di vivere a Ramallah per raccontare al mondo quanto avviene in Palestina, non ha dubbi. “Gli risponderei di guardare i tetti delle case per controllare se ci sono serbatoi. E poi il verde. Gli direi…
Dal 1948 ad oggi, il conflitto israeliano-palestinese ha vissuto varie fasi e visto tanti volti, soprattutto nei tentativi di dialogo. Ciò che molti tendono -più o meno volutamente - a dimenticare è la collaborazione tra attivisti politici delle due fazioni, che hanno più volte sfidato l'apparato repressivo israeliano, talvolta sperimentando sulla propria pelle le rigide misure punitive del governo sionista che ha colpito giornalisti, intellettuali e dissidenti politici e religiosi. Tra questi Michel Warschawsky, attivista e fondatore dell'Alternative Information Center; una vita, la sua, piena di sacrifici e ideali di giustizia e libertà che l'hanno spesso visto coinvolto in rappresaglie legali, detenzioni, espulsioni. Ma anche solidarietà internazionale, non solo per la sua esposizione in prima linea per la causa Palestinese (in molti dei raid nella sua dimora, i soldati israeliani hanno trovato…
Nel 1968 l'antropologo e scrittore Jeff Halper ha frequentato un'università teologica per diventare rabbino. Ma la sua idea di religione - intrisa di ideali di giustizia sociale ed equità - si è scontrata con il mito dell'intoccabilità di Israele e del sionismo. Jeff Halper, statunitense di origini ebraiche e residente a Gerusalemme, è un antropologo, scrittore, oratore, attivista politico e co-fondatore e Coordinatore del Comitato israeliano contro la demolizione delle case (ICAHD). Halper è stato candidato per il Premio Nobel per la pace per il suo lavoro "per liberare sia i palestinesi che il popolo israeliano dal giogo della violenza strutturale" e "per costruire l'uguaglianza tra le persone riconoscendo e valorizzando la loro comune umanità". Da ragazzo ho studiato all'Hebrew Union College per diventare un rabbino riformato, un anno a Cincinnati (era il 1968) e un altro, quello successivo, a Gerusalemme. Sono stato il classico militante sessantottino, attivo nei movimenti per…
di Mariam Barghouti* Quando nel 2011 i siriani cantavano per le strade di Damasco "Rivoluzione, rivoluzione per la Siria! Rivoluzione della dignità e della libertà", si aspettavano senza dubbio la soppressione del regime di Bashar al-Assad. Ciò che probabilmente non si sarebbero aspettati, tuttavia, è il compiacimento della comunità internazionale, palestinesi inclusi. Eppure questo è ciò che hanno ricevuto. Il conflitto siriano ha scoperto contraddizioni e preoccupanti carenze tra coloro che combattono in nome della Palestina. Quando i palestinesi vengono aggrediti dalle forze israeliane, spesso gridiamo: "Dove sono gli arabi! Dove siete, arabi?" Eppure, ora che tocca a noi estendere la solidarietà, siamo diventati senza volto come il nostro venerato Handala. Il noto scrittore e pensatore palestinese Ghassan Kanafani ha scritto una volta: "Se stessimo fallendo nel difendere la causa; allora dovremmo cambiare i combattenti e non la causa".…
di Riccardo Bottazzo Non è solo la libertà di Omar Nayef Zayed, la posta in gioco a Sofia, ma quella di tutti i rifugiati politici palestinesi in Europa. “Partigiano e combattente” per i sostenitori della causa palestinese, “terrorista e criminale” per l’esercito e il governo israeliano, dal 17 dicembre scorso, Zayed vive assediato nei locali dell’ambasciata palestinese della capitale bulgara. Due giorni prima, il Governo sionista aveva inoltrato una ufficiale richiesta di estradizione ma, poco prima dell’arresto, Zayed era riuscito ad involarsi ed a raggiungere la sua ambasciata. Oggi, dopo quasi due mesi, Zayed vive ancora assediato nei locali di quella villetta a ridosso della zona universitaria di Sofia, che dal punto di vista del diritto internazionale sono territorio palestinese inviolabile. Assediato, abbiamo scritto, non soltanto in quanto Zayed non può…