libertà d’informazione

Cina e censura, il caso dell’editoriale modificato che diventa elogio del governo

Cina e censura, il caso dell’editoriale modificato che diventa elogio del governo

dalla nostra corrispondente a Pechino Natina Balzano Qualche giorno fa, la notizia del mancato rinnovo del visto cinese a Chris Buckley (si tratta in realtà solo di un ritardo, che potrebbe effettivamente risolversi nell’espulsione dal Paese) aveva indignato i lettori di tutto il mondo. Il corrispondente del New York Times si era reso “colpevole” di aver realizzato un’inchiesta sul giro di affari che ruota intorno alla famiglia dell’ex premier cinese Wen Jiabao: nonostante la portavoce del Ministero degli Esteri, Hua Chunying, avesse negato qualsiasi corrispondenza tra i due episodi, era forte la sensazione di una “rappresaglia” ai danni del giornalista…
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Hamas vieta ai giornalisti palestinesi di collaborare con “i media sionisti”

Hamas vieta ai giornalisti palestinesi di collaborare con “i media sionisti”

Hamas ha vietato ai giornalisti palestinesi "ogni forma di lavoro o cooperazione con i media sionisti per via della loro ostilità". Da quando, nel 2006, il governo israeliano ha proibito ai suoi giornalisti di entrare a Gaza per "motivi di sicurezza", radio, giornali e tv hanno ricevuto le informazioni dai giornalisti palestinesi, o internazionali, che si trovavano sul luogo. Ne ha dato notizia il Guardian. "E' importante per gli israeliani capire le motivazioni e i comportamenti che ci sono dall'altra parte. E forse, è proprio questo il modo per costruire un ponte per il futuro - ha commentato Matan Drori, responsabile degli…
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Russia, proposta choc: carcere per i giornalisti che danno brutte notizie

Russia, proposta choc: carcere per i giornalisti che danno brutte notizie

Dimenticate brutte notizie e foto cruente. In Russia dicono “Basta!” alla cronaca nera, in fondo meglio parlare di gossip, matrimoni o delle ultime imprese sportive di Vladimir Putin. Ogni tre notizie brutte, sette devono essere positive, questo è l’imperativo; in questo modo la Russia tenta di mettere un ulteriore freno al già vessato mondo dell’informazione. L’obiettivo è “proteggere la psiche della popolazione” e la pena prevista per i giornalisti che non si attengono al tetto fissato andrebbe dai 2 ai 6 anni di reclusione. I Maya sono un ottimo esempio di come si è concretizzato questo diktat; prontamente censurato ogni…
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