muammar gheddafi

L’attentatore di Lockerbie non è fuggito con Gheddafi: è in coma, nella sua casa a Tripoli

L’attentatore di Lockerbie non è fuggito con Gheddafi: è in coma, nella sua casa a Tripoli

Uno dei terroristi responsabili della strage di Lockerbie, Abdelbaset Ali al-Megrahi, non sarebbe scappato con Gheddafi, come inizialmente dei testimoni avevano riportato. Sarebbe invece in coma, a causa delle metastasi di un cancro alla prostata. La Cnn, che ha individuato l'uomo nella sua casa a Tripoli, riporta le dichiarazioni di Jaled, suo figlio: "Nessuno ci consiglia alcunché. Non ci sono medici, non c'è nessuno a cui chiedere. Non c'è linea telefonica per chiamare qualcuno". Il figlio dell'attentatore ha poi dichiarato che il padre è mantenuto in vita grazie alle somministrazioni di ossigeno. L'emittente statunitense lo ha individuato nella sua casa…
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Libia, raid Nato contro tv di stato. Uccisi tre giornalisti

Libia, raid Nato contro tv di stato. Uccisi tre giornalisti

Un raid della Nato è stato condotto contro al-Jamairiya, la tv di stato libica, per "ridurre al silenzio il colonnello Gheddafi". Nel bombardamento sono stati uccisi tre giornalisti e feriti altri 15. Khaled Bazilia, direttore dell'emittente televisiva, definisce il raid della Nato come "un atto di terrorismo internazionale", in quanto in violazione delle risoluzioni Onu. Il Raìs ha ribadito che "non abbandonerà mai" la battaglia e che i nemici saranno "sconfitti dalla resistenza e dal coraggio del popolo libico".
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Gheddafi: accuse contro la Nato

Gheddafi: accuse contro la Nato

Durante un intervento audio trasmesso in diretta dalla tv di Stato libica e diffuso nella piazza verde di Tripoli, colma di sostenitori del Colonnello, Muammar Gheddafi ha accusato la Nato di aver ucciso dei bambini innocenti, con i raid aerei. Il Colonnello ha affermato che il popolo libico resisterà fino alla fine e che non si arrenderà mai. Il raiss ha continuato dicendo che i criminali di guerra europei dovrebbero essere processati davanti alla Corte penale internazionale, ma ha fatto una distinzione con la «popolazione europea» con cui ha instaurato un rapporto di amicizia e di collaborazione.
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Libia, la vita al tempo di “Gheddasconi”

Libia, la vita al tempo di “Gheddasconi”

All’entrata di Benghazi ora campeggiano grossi graffiti sui muri: "Free Libya". Niente più poster e cartelloni inneggianti alla Jamahiriya di Muammar Gheddafi, iniziata dal primo settembre 1969. E pensare che, neanche 3 anni fa, Gheddafi aveva promesso innovazioni amministrative e una più ampia redistribuzione del reddito proveniente dal petrolio. Nello stesso anno a Tripoli è arrivata Condoleeza Rice, il primo segretario di Stato Usa a fare visita in Libia dal 1953. Pochi giorni prima invece era arrivato l’accordo con il premier italiano Berlusconi sui 5 miliardi di “indennizzo”, tra cui 2.3 impegnati per i 1.700 chilometri che dividono la Tripolitania…
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