Il sangue del Congo che sgorga dai nostri cellulari

di Valentina Severin

Il sangue del Congo nei nostri cellulari. C’è il sangue di almeno cinque milioni e mezzo di persone nei nostri telefoni e computer di ultima generazione. È il sangue delle milioni di vittime degli eserciti della morte che lottano per spartirsi il Congo e le sue risorse.

UN PAESE RICCO. La Repubblica Democratica del Congo è uno dei Paesi più ricchi del mondo e, al tempo stesso, uno dei più poveri e dei più pericolosi. Un luogo in cui una donna non dovrebbe mai nascere, ma che terrorizza anche gli uomini. Questo travagliato Paese africano vale, per le sue risorse naturali, i suoi minerali e metalli, oltre 24 milioni di milioni di dollari americani. Ricchezza che più di ventuno gruppi armati cercano di controllare e che scivola illegalmente via dal Paese, attraverso confini non controllati, per arrivare all’industria elettronica occidentale e, quindi, nei telefoni cellulari, nei computer e nei lettori dvd che usiamo ogni giorno.

L’ARMA DEL TERRORE. Per mettere le mani sui metalli e i minerali richiesti da Europa e Stati Uniti, i gruppi armati tengono le comunità locali strette in una morsa di terrore ricorrendo agli strumenti di guerra più efficaci ed economici che esistano: gli stupri e gli assassini. Le popolazioni, terrorizzate, non oppongono resistenza a questi signori della morte, che hanno gettato il Congo nel caos. I gruppi armati sono formati per lo più da schiavi, costretti ad arruolarsi dopo aver visto ammazzare le proprie madri e violentare le proprie sorelle e mogli. I soldati tolgono loro qualsiasi affetto e alternativa per costringerli ad entrare e restare nelle loro file.

RESPONSABILITÀ Questa guerra, che dal 1998 a oggi ha mietuto almeno cinque milioni e mezzo di persone, è alimentata e silenziosamente approvata dall’industria elettronica occidentale, che trae più o meno indirettamente profitto dagli eserciti della morte, senza prendersi la responsabilità della provenienza dei materiali che usa per le proprie produzioni.

INGUARDABILE. Per denunciare i crimini contro l’umanità che ogni giorno vengono perpetrati nella Repubblica Democratica del Congo, Synergie des Femmes pour les Victimes de Violences Sexuelles ha raccontato in un cortometraggio la storia di Masika, che è la storia di milioni di donne che abitano nei villaggi congolesi. Il film si intitola “Unwatchable”, inguardabile, titolo che non ha bisogno di troppe spiegazioni.

MASIKA. Stuprata da ventidue soldati, dopo aver visto squartare vivo il marito e aver sentito violentare le figlie, Masika resta in coma sei mesi. Al suo risveglio non ricorda più nulla, ma le figlie rimaste incinta dopo gli abusi la riportano all’orrore di quel giorno. Vinta la tentazione di togliersi la vita, Masika decide di aiutare le donne che hanno vissuto il suo stesso incubo. Masika ha tratto in salvo oltre duecento persone e aiutato oltre cinquemila, tra donne e bambini, vittime dell’efferatezza degli eserciti. E continua la sua lotta nonostante le minacce e le altre violenze che ha subito negli anni, proprio a causa delle sue proteste.

PETIZIONE. Synergie des Femmes pour les Victimes de Violences Sexuelles, piattaforma di 35 organizzazioni congolesi locali di cui fa parte anche Masika, si è ispirata alla sua storia e alla sua testimonianza per girare “Unwatchable” e promuovere una campagna per richiamare l’industria occidentale alle proprie responsabilità. La domanda che Synergie des Femmes fa a tutti noi è angosciante: il nostro cellulare è libero dagli stupri?


10 Comments

  • […] Il sangue del Congo scorre nei nostri cellulari. E quello dei congolesi, nei luoghi dove esso viene estratto. Già nell’aprile 2011 l’International Crisis Group denunciava in una lunga analisi il fallimento dei tentativi di tracciare la provenienza dei minerali. Poiché l’adozione del Dodd-Frank Act da parte del Congresso USA nel 2010 (entrato in vigore lo scorso agosto) richiede alle grandi imprese americane di rivelare l’origine dei minerali che utilizzano, l’istituto aveva inviato una missione nel Nord Kivu per valutare le diverse strategie impiegate per combattere il contrabbando delle risorse provenienti da quella zona. Con risultati finora non proprio confortanti. […]

  • […] Il sangue del Congo scorre nei nostri cellulari. E quello dei congolesi, nei luoghi dove esso viene estratto. Già nell’aprile 2011 l’International Crisis Group denunciava in una lunga analisi il fallimento dei tentativi di tracciare la provenienza dei minerali. Poiché l’adozione del Dodd-Frank Act da parte del Congresso USA nel 2010 (entrato in vigore lo scorso agosto) richiede alle grandi imprese americane di rivelare l’origine dei minerali che utilizzano, l’istituto aveva inviato una missione nel Nord Kivu per valutare le diverse strategie impiegate per combattere il contrabbando delle risorse provenienti da quella zona. Con risultati finora non proprio confortanti. […]

  • […] Il sangue del Congo scorre nei nostri cellulari. E quello dei congolesi, nei luoghi dove esso viene estratto. Già nell’aprile 2011 l’International Crisis Group denunciava in una lunga analisi il fallimento dei tentativi di tracciare la provenienza dei minerali. Poiché l’adozione del Dodd-Frank Act da parte del Congresso USA nel 2010 (entrato in vigore lo scorso agosto) richiede alle grandi imprese americane di rivelare l’origine dei minerali che utilizzano, l’istituto aveva inviato una missione nel Nord Kivu per valutare le diverse strategie impiegate per combattere il contrabbando delle risorse provenienti da quella zona. Con risultati finora non proprio confortanti.   Leggi altre news su : Africa, coltan, Congo, Consiglio di Sicurezza, Dodd-Frank Act, genocidio Ruanda, Goma, Grandi Laghi, guerra civile, Hutu, Joseph Kabila, Kigali, Kinshasa, Kive, M23, minerali insanguinati, Paul Kagame, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Tutsi, Uganda   Autore: Geoleaks Chi é: Bamboccione con due lauree Cercami sui social: La mia webPage: […]

  • […] Il sangue del Congo scorre nei nostri cellulari. E quello dei congolesi, nei luoghi dove esso viene estratto. Già nell’aprile 2011 l’International Crisis Group denunciava in una lunga analisi il fallimento dei tentativi di tracciare la provenienza dei minerali. Poiché l’adozione del Dodd-Frank Act da parte del Congresso USA nel 2010 (entrato in vigore lo scorso agosto) richiede alle grandi imprese americane di rivelare l’origine dei minerali che utilizzano, l’istituto aveva inviato una missione nel Nord Kivu per valutare le diverse strategie impiegate per combattere il contrabbando delle risorse provenienti da quella zona. Con risultati finora non proprio confortanti. FacebookTwitterLinkedInGoogle +1TumblrEmailStampaLike this:Mi piaceBe the first to like this. Etichette: Africa, ban ki moon, coltan, Congo, Consiglio di Sicurezza, genocidio, genocidio Ruanda, Goma, Grandi Laghi, guerra civile, Hutu, Joseph Kabila, Kigali, Kinshasa, Kive, M23, minerali insanguinati, Paul Kagame, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Tutsi, Uganda Comments RSS feed […]

  • […] PETIZIONE. Synergie des Femmes pour les Victimes de Violences Sexuelles, piattaforma di 35 organizzazioni congolesi locali di cui fa parte anche Masika, si è ispirata alla sua storia e alla sua testimonianza per girare “Unwatchable” e promuovere una campagna per richiamare l’industria occidentale alle proprie responsabilità. La domanda che Synergie des Femmes fa a tutti noi è angosciante: il nostro cellulare è libero dagli stupri?  Articolo originale: http://frontierenews.it/2012/02/il-sangue-del-congo-che-sgorga-dai-nostri-cellulari/ […]

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  • e quindi? un articolo troppo incompleto..si parla di stupri assassinie cc ma di cellulari ben poco..marche dei cellulari prego!

    • Sabrina, MARCHE???
      Il coltan è presente in TUTTI i cellulai, nessuno escluso, playstation, tv al plasma e un sacco di altri ammennicoli tecnologici!!
      basta cercare “COLTAN”, o “COLUMBO-TANTALITE” su internet per avere qualche info in più.

      • Si Laura quello che dici è certamente vero. Però forse Sabrina intendeva qualcos’altro… Ovvero ci sono (e sono indivduate) le industrie multinazionali più coinvolte in questo traffico. E ci sono elenchi che ho anch’io e sul web….. Do po se ho tempo metto link. Certo il coltan (e non solo)poi viene utilizzato per tutti i cellulari (e non solo, pc. aereospaziale ed elettronica in genere) ma questo non esime dal discorso delle responsabilità con nomi e coglnomi di industrie che….. C’è tutto il discorso poi della verifica e certificazione della provenienza del coltan….. Insomma credo non basti parlare in generale di coltan che si è “dappertutto” ma allora? Le responsabilità anche “individuali di imprese” ci sono…! Certo che poi le responsabilità maggiori sono n seno alle nazioni che “sfruttano” e mantengono tutto questo……. Grazie Ora scusa vado di corsa poi cercherò documento……

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