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#viaggiadacasa 2 – Patagonia, Argentina (con Riccardo Bottazzo)

Seconda puntata di #viaggiadacasa, il format di videointerviste a cura di Frontiere per conoscere il mondo e le sue sfumature un paese alla volta attraverso i racconti di narratori d'eccezione. Le interviste sono a cura di Joshua Evangelista e Luca La Gamma, regia di Valerio Evangelista. L'appuntamento è ogni martedì, mercoledì e giovedì alle 20.30 in diretta su Facebook e YouTube. Vita e resistenza del popolo mapuche in un'Argentina per anni "in svendita" a grandi gruppi di investimento. Riccardo Bottazzo ci accompagna alla scoperta di tutti gli investimenti della famiglia Benetton (ma non solo) nella regione e di come questi hanno un impatto sulla vita comunitaria dei mapuche. Neanche Riccardo Bottazzo si è sottratto al nostro interrogatorio culturale. Ecco i suoi suggerimenti: Un film: C'era una volta un re di…
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Quello che ci insegna l’Islanda

di Riccardo Bottazzo Akureyri, Islanda - Terra di ghiaccio e fuoco, di vulcani e geyser, di pozze bollenti e ghiacciai eterni. L'Islanda non è solo l'isola dei toponimi impossibili, dove le estati trascorrono senza luna e gli inverni senza sole. È anche l'unico angolo d'Europa dove i cittadini hanno saputo rovesciare il governo, arrestare i finanzieri responsabili del crack, ribaltare le ricette neoliberiste lasciando fallire le banche e riscrivere la Costituzione via internet mettendo al primo posto i Beni Comuni e le libertà digitali. L'Islanda insomma, ha saputo trovare la spinta per saltare oltre il baratro della crisi economica che aveva messo in discussione un sistema di welfare tra i più progrediti del mondo, giungendo addirittura a ventilare la privatizzazione dell'acqua (da queste parti le bottiglie di plastica sono pressoché sconosciute e…
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Italia e Grecia condannate per le espulsioni illegali. In memoria di Zaher…

Zaher non doveva morire. Il suo lungo viaggio verso l'Europa avrebbe dovuto concludersi sulla banchina del porto di Venezia. Zaher non avrebbe dovuto nascondersi sotto quel tir che lo ha schiacciato, per cercare di superare il controllo della polizia di frontiera italiana. Zaher avrebbe dovuto uscire a testa alta dalla stiva della nave dove si era imbarcato di nascosto a Patrasso. Ad accoglierlo, avrebbero dovuto esserci operatori sociali e sanitari e non poliziotti pronti a rimandarlo indietro, affidandolo agli stessi aguzzini da cui cercava di scappare. Era solo un bambino, Zaher. Dal suo paese nelle montagne d'Afghanistan aveva portato con sé solo il suo quaderno di poesie e tanta voglia di vivere. L'11 dicembre del 2008, Zaher è stato ucciso da una frontiera che non doveva esistere e da pratiche di respingimento…
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“I miei tre incontri con il Subcomandante Marcos”

Testo e foto di Riccardo Bottazzo La prima volta che l’ho incontrato ero al caracol de La Garrucha. Ciondolavo in santa tranquillità nella mia amaca, sotto la tettoia che gli zapatisti avevano riservato a noi “internazionali”. Oh... mica una amaca qualsiasi! Era una di quelle intessute dai “presos politicos” e vendute per sostenere le lotte dall’interno delle carceri. I “presos” sono indigeni che hanno appoggiato la rebeldia e che per questo sono finiti dietro le sbarre dopo processi che definire “sommari” è fargli un complimento. Processi nei quali vengono interrogati e giudicati in una lingua - lo spagnolo - che neppure parlano o capiscono compiutamente. Se in qualche centro sociale vi capita di trovare un mercatino di Ya Basta comperatene una anche voi, di queste grandi e comodissime amache. Fatto…
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A Lampedusa per riscrivere la geografia dei diritti

di Riccardo Bottazzo Nessuno se l’è dimenticato, quel 3 ottobre. A poche miglia dalla spiaggia di Lampedusa affogavano 368 persone. Uomini, donne e bambini in fuga da guerre, fame e violenze. Uomini, donne e bambini che cercavano solo un futuro e che hanno trovato una frontiera. La frontiera di guerra di una Europa militarizzata che, anche dopo la tragedia, continua ad investire miliardi di euro in politiche di esclusione forzata a Lampedusa come a Melilla, con il muro di Evros, i pattugliamenti di Frontex, fino ad invadere la stessa sovranità di Stati terzi, esternalizzando sino al cuore del deserto libico i suoi dispositivi di controllo. Le frontiere servono a dividere e non “pesano” mai solo da una parte. Anche chi è nato dalla parte “giusta” del confine viene giornalmente umiliato…
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