Reportage

Prologo: le scuole del diavolo

Prologo: le scuole del diavolo

Caracol di Oventic, Stato del Chiapas, 31 dicembre 2014 Freddo, pioggia e fango. Sul grande palco nel cuore del villaggio controllato dall'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, il sub comandante insorgente Moises dà il benvenuto ai familiari delle vittime di Ayotzinapa. Sono i padri, le madri e i fratelli dei 43 studenti indigeni rapiti il 26 settembre scorso. Non portano né paliacate né cappuccio nero. Sul loro viso si legge solo sofferenza. Salgono lentamente sul palco, reggendo ciascuno una grande foto di un ragazzino scomparso. Dai guerriglieri e dalle guerrigliere zapatiste si alza un urlo di dolore: "Vivos los llevaron, vivos…
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Ucraina al bivio, cosa rimane di Euromaidan?

Ucraina al bivio, cosa rimane di Euromaidan?

Joshua Evangelista (Frontiere News) per Gli Stati Generali Camminano a passo d’uomo nella lunghissima fila tinta di giallo e azzurro, frugando con lo sguardo tra le centinaia di foto affisse sul pannello di compensato. All’improvviso si fermano: l’hanno trovata. Guance graffiate dalle lacrime, Tatiana fissa l’immagine di Sacha, il figlio morto alcuni mesi fa durante un agguato nel Donbass. Maria, figlia e sorella, accarezza la spalla della madre e la invita a continuare a camminare, per evitare di intralciare il passaggio di altre centinaia di persone, giunte da tutta l’Ucraina per lo stesso motivo. Tatiana, Maria e Sacha sono i simboli…
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Nel cuore del nazionalismo ucraino

Nel cuore del nazionalismo ucraino

di Joshua Evangelista per Micromega“Scrivi per un giornale comunista?”. Alla sede di Kiev del Pravy Sektor è questa la domanda di rito fatta dai dirigenti prima di rilasciare una qualsivoglia intervista. Perché al Settore destro si guarda con sospetto ai media russi e occidentali “di sinistra”, che “dicono bugie su di noi e ci dipingono a tutti i costi come una formazione neonazista”.Proprio sul confutare l'etichetta di partito fascista è basata la gran parte della comunicazione politica del gruppo che, se funziona alla grande nell'Ucraina occidentale impegnata nell'edificazione di un nuovo nazionalismo che vada oltre i petroldollari degli oligarchi filorussi, vacilla…
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La vita nelle “repubbliche” autogestite in Portogallo

La vita nelle “repubbliche” autogestite in Portogallo

testo di Martina Matozzi - foto di Stefano Pacini Qualsiasi visitatore, viaggiatore, turista, passante o vagabondo che sia, percorrendo per la prima volta le vie strette e acciottolate della città vecchia di Coimbra non può non notare delle abitazioni dalle facciate decorate di cianfrusaglie, dipinte di graffiti e foderate di cartelloni, locandine, panni stesi e insegne. A prima vista potrebbe sembrare strano, ma che cos’è poi questa percezione se non un richiamo, desideroso o distaccato, alla curiosità? Viaggio, vicino o lontano non importa, significa rendersi disponibili a scoprire i segreti di qualche altrove, o di ciò che, seppur già conosciuto, può…
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La guerra a due passi da casa

La guerra a due passi da casa

Dopo 10 minuti buoni di camminata ci troviamo di fronte ad una fabbrica abbandonata caratterizzata da un monotono colore grigio-nero, cavi metallici e gru ormai dismesse e inutilizzate. Nello spazio interno, tra prefabbricati, container e magazzini ci vivono 200 persone, 60 bambini in tutto di cui 4 disabili. Sono famiglie scappate da Slovyansk e Kramatorsk. Vivono in due ampie tende coi colori della bandiera: un blu intenso diviso a metà da una striscia orizzontale gialla. Dormono in un largo magazzino adibito a dormitorio. La parte sinistra per le famiglie, la destra per single, ragazzi/e o persone scappate sole dal conflitto.…
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