La corte di Cassazione, con la sentenza 5 luglio 2011 n. 26153, ha respinto il ricorso di un coniuge che maltrattava la consorte. L’uomo, Nazareno C., ha maltrattato la moglie per trent’anni iniziando già due giorni dopo il matrimonio.
“Atteggiamenti derivanti da subculture in cui sopravvivono autorappresentazioni di superiorità di genere e pretese da padre-marito-padrone non possono rilevare né ai fini dell’indagine sull’elemento soggettivo del reato né a quella concernente l’imputabilità dell’imputato”.
Con queste parole la Corte ha deciso, una volta per tutte, che la “subcultura maschilista e intollerante” non è una scriminante del reato.
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