La fine del Ramadan in giro per il mondo. Eid mubarak da Frontiere News!

L’Eid al-Fitr, letteralmente “festa per l’interruzione (del digiuno)”, è la celebrazione per la fine del Ramadan. Terminato il periodo di digiuno parziale, il primo giorno del mese di Shawwal, iniziano preghiere e festeggiamenti.

Ejaz Ahmed, direttore del mensile dei pakistani in Italia Azad e membro della Consulta per l’Islam italiano, descrive così l’Eid tipico:

“Questa giornata si apre con una preghiera speciale in moschea, poi ci si riunisce nelle case, si mangia finalmente insieme alla luce del sole, si indossano abiti nuovi e si fanno regali ai bambini. È anche l’occasione per pensare ai più sfortunati, versando un po’ di denaro in beneficienza”.

I festeggiamenti per l’Eid cambiano, in tipologia e durata, da paese a paese. Abbiamo deciso di prendere ad esempio i festeggiamenti in quattro Paesi (Egitto, Tunisia, Nigeria e Indonesia) per raccontarvi più in profondità un momento importantissimo del calendario musulmano, quasi del tutto sconosciuto in Occidente, anche nelle aree ad altra concentrazione multietnica.

In Egitto i festeggiamenti durano tre giorni; scuole, università, uffici governativi rimangono chiusi. Il primo giorno inizia con un piccolo spuntino. Seguono poi preghiere in gruppo dove uomini, donne e bambini ricordano le virtù e le buone azioni che dovrebbero fare agli altri, soprattutto agli stranieri, durante l’Eid e per tutto l’anno. Ci si reca poi da vicini, amici e parenti per salutarli e dire loro Eid mubarak, “feste benedette”. Ci si scambia doni di ogni genere e si trascorre del tempo con i familiari. I restanti due giorni si spendono, solitamente, in gite fuori porta, visite in parchi e attività ricreative in genere. Tipici dolci della festa sono i kahk, biscotti semplici e gustosi. È molto frequente vedere, negli ultimi giorni del Ramadan, i panifici affollati di persone che fanno la scorta di kahk per l’Eid.

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In Tunisia, invece, i giorni di celebrazione sono quattro ma solo due di festa nazionale. Gli uomini vanno, di prima mattina, nella moschea; le donne, solitamente, restano a casa per ultimare i preparativi di quella che sarà una festa piena di cibo, musica, giochi e centrata sulla condivisione e sulla comunione familiare. La festa dura l’intera giornata, durante la quale gli uomini si assentano, di tanto in tanto, per fare visita ai parenti; le donne, invece restano a casa per accogliere gli altri membri della famiglia venuti per festeggiare insieme l’Eid.

La Nigeria presenta una particolarità: quando i musulmani celebrano la festività, infatti, partecipano anche molti cristiani. I musulmani osservano le preghiere in gruppo prima di recarsi a casa e festeggiare con lauti banchetti preparati solitamente dalle donne. Se la festa, che dura due giorni, cade nel week-end nigeriani di ogni credo religioso tornano nelle rispettive città di origine per salutare i parenti e passare del tempo con loro.

In Indonesia la festa è accolta con grande piacere dai lavoratori: infatti c’è un bonus di stipendio per tutti i dipendenti. Il bonus, stabilito per legge, viene applicato di volta in volta dal Ministero del Lavoro e l’ammontare varia da regione a regione. La mancata erogazione del bonus è punita molto severamente, a prescindere dalla condizione personale del datore di lavoro. Durante la festa le persone tornano nei propri paesi di origine per salutare la famiglia ma soprattutto per chiedere perdono per qualsiasi azione sbagliata, volontaria o meno, fisica o emotiva. La giornata dell’Eid infatti non è solo celebrazione e festa ma anche e soprattutto espiazione e ravvedimento, a compimento dell’intero mese di Ramadan.


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