Sono diventati i “Romeo e Giulietta” dell’Iran. Benham Ganji, 22 anni, e Nahal Sahabi, 28 si sono tolti la vita con un’overdose di farmaci. E’ la sera del 31 luglio a Theran, la polizia bussa a casa di Benham in cerca del suo coinquilino, Kouhyar Goudarzi, attivista per i diritti umani che da tempo si opponeva al regime, e nella rappresaglia prelevano anche lui. Benham finisce in carcere per 8 giorni insieme a sua madre,Kouhyar e la fidanzata Nahal. Durante il soggiorno in prigione, vengono torturati e violentati.
Alla fine Benham esce di prigione ma è un uomo distrutto; anche Nahal torna a casa e come prima cosa cerca di riabbracciare il fidanzato che oramai si è chiuso in se stesso e non parla più con nessuno. Il primo settembre Benham, beve un cocktail di farmaci e si toglie la vita. Nahal resta sola, gli amici l’abbandonano per paura di ritorsioni e il 28 settembre si arrende anche lei. Sul suo blog prima di avvelenarsi scrive: “E allora vieni Benham, è di nuovo giovedì, balliamo di nuovo in questo giovedì”. Ora la rete li piange e molti giovani iraniani si sono riuniti nei social network per rivendicare il loro amore, dedicandogli il giorno di San Valentino e condannando chi ha osato distruggere queste vite.
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