Intervista di Joshua Evangelisa e Federico Frascarelli
Cosa è rimasto dello spirito della rivoluzione di inizio 2011? Le elezioni in Egitto hanno decretato la sconfitta del popolo di piazza Tahrir? E ancora: l’Egitto che vota è quello che manifesta?
Di questi e di tanti altri argomenti caldi abbiamo parlato in questa intervista con Giovanna Loccatelli, autrice del libro “Twitter e le rivoluzioni” e inviata al Cairo per seguire da vicino questa prima tornata elettorale. Se le preoccupazioni per il primato dei Fratelli musulmani potrebbero risultare eccessive, fa riflettere il 20% ottenuto da El Nour, il partito costruito in fretta e furia dai Salafiti che ha come unico punto di riferimento valoriale la sharia.
Del resto a piazza Tahrir l’aria è molto strana. “E’ una piazza ambigua”, spiega la Loccatelli. Non più quella degli studenti e dei tweet, ma un’amalgama che comprende mercenari ingaggiati non si sa da chi e adolescenti annoiati. Insomma, il momento è delicato ed è difficile delineare l’orizzonte. “I copti sono terrorizzati”, prevedono anni di persecuzione e la cronaca recente potrebbe essere un infausto segno premonitore.
Quel che si capisce, ad ogni modo, è che Fratelli musulmani e Salafiti non costruiranno una grande alleanza islamica e i primi, che tra le loro file annoverano banchieri e imprenditori, sono i primi a non volere una deriva fondamentalista che allontanerebbe gli investimenti occidentali. In attesa di capire come si comporterà l’esercito, i cui interessi economici sono davvero notevoli e sui quali la legge prevede il silenzio totale.
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