In Siria la situazione non si sblocca, anzi peggiora. Ieri un attentato suicida ha colpito il centro di Damasco, nel popoloso quartiere di Midan, cuore della capitale siriana, vicino una scuola. Il bilancio provvisorio è drammatico, ventisei morti e circa cinquanta feriti. L’attacco ha coinciso con le proteste di massa convocate dai manifestanti per invocare il rovesciamento di Assad.
Il regime, sotto assedio da quasi 10 mesi, che ha trasformato le strade della Siria in un bagno di sangue, in occasione dell’attentato ha fatto subito sapere che “risponderà con il pugno di ferro”.
Dal 26 dicembre, la missione della Lega Araba è nel Paese per verificare la situazione diventata oramai critica e ieri, dopo l’attentato, il segretario generale ha chiesto al leader di Hamas a Damasco, Khaled Meshaal, di intercedere presso il regime perché interrompa le violenze.
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