“Levati il velo, qui in Italia non lo devi portare, vattene nel tuo paese!”. E’ quanto accaduto Monterotondo in provincia di Roma, a Neila, una donna tunisina di religione musulmana. Un gruppo di bulli l’hanno aggredita urlandole contro insulti tipo: Kamikaze, bombardati!”, per poi passare a calci e spinte. Nadia e la sorella, residenti a Monterotondo da oramai 20 anni, hanno denunciato l’accaduto ai carabinieri.
Secondo la ricostruzione fornita da Neila e la sorella, le due donne mercoledì pomeriggio stavano bevendo un caffè in un bar, quando un gruppo di giovani seduti poco distanti hanno iniziato ad insultarle. Una coppia di italiani si è rivolta ai giovani rimproverandoli, ma quando Neila si è avvicinata ai bulli per chiedere spiegazioni riguardo gli insulti, questi hanno iniziato a spintonarla.
“Io abito a Monterotondo da tanto tempo, ho quattro figli che sono nati qui e sono perfettamente integrati e non è mai capitata una cosa del genere – ha raccontato Nadia – tutto questo è accaduto solo perché mia sorella portava il velo, come se non avesse il diritto di professare la propria religione”.
Le donne sono state poi soccorse dai vigili e dai carabinieri e trasportate al pronto soccorso locale. Ora la vicenda è al vaglio della procura di Tivoli. Secondo il comandante dei carabinieri Domenico Martinelli il reato sarebbe di lesioni e non di rissa. Inizialmente si è trattato di una “lite tra cittadini degenerata poi in insulti di natura religiosa e razziale e in spinte”. Un ragazzo di ventisette anni coinvolto nel fatto, è già stato identificato.
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