Sequestrati in Italia beni per oltre 1,1 miliardi riconducibili a Gheddafi, al figlio Saif Al Islam e all’ex capo dei servizi segreti Abdallah Al Senussi. Nel mirino della Guardia di Finanza quote azionarie di importanti società italiane, conti correnti e beni immobili. Il sequestro, emesso dalla Corte d’Appello di Roma su rogatoria della Corte di Giustizia dell’Aia, riguarda l’1,256% di Unicredit (pari ad un valore di 611 milioni), il 2% di Finmeccanica (per 40 milioni), l’1,5% della Juventus (16 milioni), lo 0,58% di Eni (pari a 410 milioni) e lo 0,33% di alcune società del gruppo Fiat (come Fiat Spa e Fiat Industrial, rispettivamente per 19 e 34 milioni).
Ma non ci sono solo quote azionare tra i beni riconducibili a Gheddafi in Italia. Gli uomini della Gdf del Nucleo di polizia tributaria di Roma hanno infatti sequestrato anche 150 ettari di bosco nell’isola di Pantelleria, due moto, una Harley Davidson e una Yamaha, e un appartamento in via Sardegna a Roma. Diversi anche i conti correnti posti sotto sequestro: il deposito più consistente, 650mila euro in titoli, è quello presso la filiale di Roma della Ubae Bank, una joint venture italo-libica.
Profilo dell'autore
- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
- Americhe20 Dicembre 2024Usare l’AI per ridare un’identità a 10 milioni di schiavi afroamericani
- Centro e Sud America20 Dicembre 2024Capoeira, la ‘danza’ che preparava gli schiavi alla libertà
- Nord America19 Dicembre 2024La vita straordinaria di Elizabeth Miller, da Vogue a reporter di guerra
- Europa19 Dicembre 2024La doppia vita di Solomon Perel, nella Hitlerjugend per sopravvivere all’Olocausto