Dopo le accuse di discriminazione verso gli stranieri l’Asl di Brescia fa marcia indietro. Nelle scorse settimane l’Azienda sanitaria locale ha diffuso un bando per incarichi da libero professionali limitando la partecipazione ai soli cittadini italiani e dell’Unione Europea. La Fondazione Guido Piccini per i diritti dell’uomo e l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione hanno notato l’anomalia e hanno di conseguenza diffidato l’Asl: “nel nostro ordinamento non esiste alcuna norma che imponga alla Pubblica Amministrazione di stipulare contratti di lavoro autonomo solo con cittadini italiani e comunitari”.
L’Als ha quindi provveduto ad aggiustare il tiro: “è in corso di revisione il regolamento adottato in materia di incarichi libero professionali” specificando che “si prevede, tra l’altro, l’eliminazione della limitazione ai cittadini italiani e dell’Ue dell’accesso a tali incarichi”.
Riportiamo di seguito l’articolo 2 del Testo Unico sull’immigrazione: “La Repubblica italiana, in attuazione della convenzione dell’OIL n. 143 del 24 giugno 1975, ratificata con legge 10 aprile 1981, n. 158, garantisce a tutti i lavoratori stranieri regolarmente soggiornanti nel suo territorio e alle loro famiglie parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti rispetto ai lavoratori italiani”.
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