“Basta vestiti ripugnanti”. E’ questo lo slogan della campagna che due emiratine, Hanan al-Rayyes e Asma al-Muheiri, hanno cominciato su Twitter al fine di bloccare o quantomeno limitare lo ‘scempio culturale’ che a quanto affermano avviene quotidianamente nel loro paese: “Le donne occidentali non rispettano le nostre tradizioni – spiegano – proprio l’altro giorno ho visto una ragazza al centro commerciale con dei pantaloncini cortissimi, vergognoso”. Il vestiario e gli atteggiamenti tipici della cultura occidentale sono quindi finiti nel mirino della frangia conservatrice islamica, che con questa campagna dal titolo ”Codice di abbigliamento degli Emirati Arabi”, tenta un difficile ripristino dei precedenti valori del paese, proponendo anche sanzioni economiche per chi li infrange. Dobbiamo ricordare però che gli Emirati sono ormai travolti da un’irrefrenabile onda di turismo, che rende quantomai arduo l’obbiettivo delle due donne. Compito reso ancora più difficile dalla componente sociale. I nativi indossano infatti il velo nero integrale o il classico mantello conosciuto come “Thawb”, ma non si tratta che di una minoranza (l’11%). Facile dunque che si tratti solo di paura per la perdita della propria identità nazionale, come sottolinea la psicologa Nadia Bouhanad: gli emirati sono diventati un paese ricchissimo, ma il prezzo da pagare saranno probabilmente gli emiri stessi.
Gioacchino Andrea Fiorentino
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