Padova, deputata tunisina cacciata dal bar: “Indossa hijab e parla di politica”

«Se non consumate altro, potete andarvene. E poi non mi piace sentir parlare di politica. Se volete parlarne, andate fuori». Questa è la singolare uscita del proprietario di un bar di Padova nei confronti di due giovani donne con hijab. Le ragazze in questione sono Leila El Houssi, docente di Sociologia a Padova e giornalista per Yalla Italia e Imen Bem Mohamed, neo eletta per il partito Ennadha alla costituente tunisina in rappresentanza degli emigrati in Italia.

È giovedì pomeriggio quando le due giovani decidono di fermarsi in un bar di fronte alla basilica di Santo a Padova, per concedersi una pausa e confrontarsi sui temi caldi dell’attualità. Ordinano un caffè e due bicchieri d’acqua e iniziano a parlare, in italiano, per un paio d’ore, tre secondo il barista. Ad un tratto vengono interrotte da Orlando Borsetto, 78 anni, gestore del bar, che le caccia senza mezzi termini. Il giorno dopo Leila racconta l’accaduto su Yalla Italia: “mentre mi trovo immersa in questa dimensione qualcosa ne rompe la profondità: la voce del barista che indisponente dichiara che se non consumiamo altro possiamo andarcene. Gli chiediamo di ripetere. Ripete e aggiunge che oltre al fatto di aver consumato poco, lo infastidiva sentirci parlare di politica. Con sgomento sosteniamo che siamo in un locale pubblico, possiamo parlare liberamente. Risponde che quella è casa sua. Andiamo via. Mi scuso con Imen e mi sento responsabile: Padova è la mia città, dove in ogni angolo incontro qualcuno che conosco, dove a volte anche il sorriso di chi non conosco mi fa sentire a casa. Non posso pensare che sia così cambiata». Leila intervistata in seguito alla diffusione della notizia aggiunge: “Credevo fosse una candid camera. Io sono legata a Padova, la difendo dalle accuse leghiste, è la prima volta che mi capita un problema. Racconto l’accaduto perchè voglio sensibilizzare la gente. In Italia c’è stato un momento in cui il limite del rispetto è stato oltrepassato. Bisogna ritrovarlo. La questione non può essere riconducibile al fatto che parlavamo di politica, è un episodio di intolleranza. E’ questo il nuovo volto della mia città, dove non vivo più da qualche anno?”.

Dopo essere state cacciate dal sig. Borsetto le due giovani sono andate in un altro locale lì vicino hanno ordinato acqua e spremuta d’arancia e sono state accolte con calorosi sorrisi tanto che Leila a proposito dell’accoglienza di questo locale ha dichiarato: “ Ho ritrovato il calore della mia città e il volto dell’ospitalità”.


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