Manifesti pubblicitari in lingua straniera per comunicare direttamente con gli immigrati. Questa l’idea che ha fatto arrabbiare il consigliere regionale leghista lombardo, Jari Colla. E’ possibile osservare proprio in questi giorni, per le vie e nelle metropolitane milanesi, l’ultima campagna Tim dedicata alle tariffe per le chiamate all’estero. Un manifesto per ogni lingua d’origine di chi si trova a vivere da noi. Lo slogan? “La musica più bella è la voce degli amici”.
Il consigliere leghista, assolutamente contrariato da questa scelta pubblicitaria, ha subito dettato al suo ufficio stampa una dichiarazione di fuoco: “Non sarà sfuggito a molti – spiega Colla – che in giro per Milano sono comparsi migliaia di manifesti e cartelloni pubblicitari scritti esclusivamente in arabo, e in altre lingue, che pubblicizzano tariffe promozionali per gli stranieri che chiamano nei rispettivi Paesi. La cosa assolutamente vergognosa è che questi manifesti non presentano nessuna traduzione in italiano e quindi risultato essere totalmente incomprensibili per chiunque volesse leggerli”.
“Si tratta – prosegue il consigliere regionale – di un’iniziativa assurda che non favorisce affatto l’integrazione ma costituisce anzi un forte disincentivo per gli immigrati presenti sul nostro territorio. Non bisogna infatti dimenticare che, per queste persone, imparare la nostra lingua è tutt’altro che un optional, dovrebbe anzi essere un requisito imprescindibile per la loro permanenza sul suolo nazionale”.
Ma non finisice qui, Nel mirino del leghista infatti ci sono anche le – a suo dire – troppo convenienti tariffe per le chiamate internazionali. “Non si capisce – termina il suo comunicato stampa – come mai, e questo vale per tutte le compagnie telefoniche, per gli stranieri esistano tariffe agevolate che in certi casi risultano essere addirittura inferiori alle normali tariffe di casa nostra. E’ incredibile che un milanese, per chiamare a Cinisello Balsamo, debba spendere più soldi rispetto ad un marocchino che telefona dall’Italia al Marocco”. Insomma il consigliere è proprio arrabbiato e, visto che l’argomento non gli fa bene, forse è meglio che per un po’ non usi il telefono.
Paola Totaro
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