Nei Cie la reclusione dei migranti è talmente dura che andrebbe introdotto in Italia il reato di tortura. Lo ha detto ieri don Roberto Davanzo, direttore di Caritas Ambrosiana, durante la presentazione del Rapporto sullo stato dei diritti umani nei Cie e negli istituti penitenziari.
“Chi è trattenuto nei Cie – sottolinea Davanzo – ha commesso reati amministrativi che paga con una reclusione a volte peggiore di quella dei detenuti, perché vissuta nella più totale inedia, in giornate vuote senza senso, senza capire perché sono lì e come faranno a uscirne”. Per questo motivo la Caritas Ambrosiana ha aperto uno sportello di assistenza legale ed educativa presso il Cie di via Corelli a Milano.
“Diciotto mesi vissuti lì dentro sono alienanti, annichiliscono le persone e fanno perdere la percezione della propria identità” ha concluso Davanzo. Anche il senatore Marcenaro, presidente della Commissione diritti umani del Sanato, che ha pubblicato il rapporto ha detto: “i trattenuti vivono in una situazione di promiscuità terribile. Ragazzi fermati senza documenti vivono accanto a persone che provengono dal carcere”.
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