Ieri, in ricordo delle 11 vittime israeliane a Monaco 1972, al Villaggio Olimpico è stato osservato un minuto di silenzio da parte degli atleti italiani. Dopo la messa officiata da Monsignor Mario Lusek, Cappellano della Squadra, una delegazione composta dal Ministro dello Sport e Turismo, Piero Gnudi, dal Presidente del Coni, Giovanni Petrucci, dal Segretario Generale della Regione Lazio, Luciano Ciocchetti, si è recata nella zona riservata agli atleti israeliani dove ad attenderli c’erano il Presidente del Comitato Olimpico di Israele, Zvivarshaviak ed il capo delegazione Efraim Zinger.
Le due delegazioni hanno effettuato un minuto di silenzio in onore delle vittime dell’attentato avvenuto durante le Olimpiadi di Monaco di 40 anni fa. “Oggi si è parlato di pace e fratellanza, era un segnale doveroso ma non obbligatorio che fa parte dello spirito olimpico, per ricordare quello che doveva essere e non è stato”, ha detto il Presidente Petrucci.
“Nel ’72 – ha poi dichiarato Gnudi – è stato profondamente ferito lo spirito olimpico, è giusto ricordare quanto avvenuto nel quarantesimo anniversario; il Governo ha avuto incarico dal Parlamento di rendersi partecipe di questo sentimento. E’ difficile entrare nelle valutazioni del CIO perché all’interno ci sono molte variabili complesse e quindi non possiamo giudicare” ha poi concluso il Ministro.
Il capo delegazione israeliano Zinger ha quindi espresso la soddisfazione per la solidarietà ricevuta dall’Italia: “Siamo orgogliosi del gesto della delegazione italiana, abbiamo ringraziato il CONI per la solidarietà. I nostri atleti si stanno allenando, ringraziano l’Italia”. Il comitato olimpico aveva deciso di non autorizzare il minuto di silenzio ufficiale per paura di ritorsioni del mondo arabo.
Il Massacro di Monaco avvenne durante le Olimpiadi estive del 1972, a Monaco di Baviera (Germania Ovest). Un commando di terroristi dell’organizzazione palestinese Settembre Nero fece irruzione negli alloggi israeliani del villaggio olimpico. Morirono subito due atleti che avevano tentato di opporre resistenza altri nove vennero presi in ostaggio. Il tentativo di liberazione, compiuto dalla Polizia tedesca determinò purtroppo la morte di tutti gli atleti sequestrati, di cinque fedayyin e di un poliziotto tedesco.
Paola Totaro
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