A Monticelli d’Ongina, piccolo comune dell’alta Emilia, in provincia di Piacenza, in questi giorni è stato mietuto il grano. La raccolta del frumento, seminato nei freschi giorni del novembre scorso, è stata realizzata dalla Revolution Energy Maker (Rem), con l’ausilio di una tecnica del tutto innovativa: sotto i pannelli fotovoltaici del primo impianto “agrovoltaico” d’Italia.
Una struttura nuova, all’avanguardia, che, su 21 ettari di terra, coniuga l’attività agricola della coltivazione del grano con la produzione dell’energia solare. Attraverso pannelli fotovoltaici, sospesi a quasi cinque metri d’altezza e connessi con un sistema automatizzato di strutture mobili, la Rem ha prodotto energia pulita, coordinando i sistemi attraverso reti di controllo wireless.
La nuova tecnica di produzione del grano ha reso possibile, inoltre, un migliore controllo della distribuzione delle precipitazioni. Mediante un piano omogeneo di intervento, costantemente monitorato, piogge e neve, grazie anche alla disposizione in verticale delle componenti della struttura, sono state sfruttate al meglio dai coltivatori. E, per garantire un’ illuminazione efficiente e diretta al terreno sottostante, i pali portanti sono stati collocati, rispettivamente, a 12 metri di distanza.
La potenza sviluppata dall’impianto di Monticelli, che costituisce, con quelli di Castelvetro Piacentino e Virgilio, nelle terre del piacentino e del mantovano, la struttura pilota dell’agrovoltaico, è pari a 3,2 MegaWatt. Secondo i dati forniti da Terna, uno dei più grandi operatori italiani di reti per la trasmissione dell’energia, la produzione fornita è pari al 49% del consumo d’energia domestico locale.
Una spiegazione dettagliata delle capacità (e delle future possibilità) sviluppate da questi nuovi impianti è stata offerta da Roberto Angoli e da Giancarlo Ghidesi, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Revolution Energy maker. Il primo ha parlato della flessibilità dei pannelli sospesi, di una struttura pulita e flessibile, composta da materiali non inquinanti, che consentono operazioni sostenibili senza sottrarre spazi vitali ai terreni coltivabili. Tra gli obiettivi futuri della società, ha proseguito Angoli, c’è l’investimento nel settore delle rilevazioni metereologiche.
L’ad Ghidesi, invece, ha illustrato le future promozioni collegate all’attività di Rem: sostenere la produzione di forme d’energia pulite e rinnovabili capaci di superare i limiti dei tradizionali impianti fotovoltaici a terra. “Una filiera corta, che sia in grado di fornire, alle comunità locali, prodotti da agricoltura biologica ed energia pulita”, compatibile con agricoltura, sostenibilità ambientale e tutela del patrimonio paesaggistico.
Emilio Garofalo
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