«Ho diciotto anni e sono nata a Roma, ma non ho la cittadinanza italiana». Così inizia la lettera che le 23 ragazze di Miss Italia nel mondo hanno inviato a Giorgio Napolitano da Montecatini, dove si giocano la vittoria di Miss Italia.
Insomma, dove non riescono la politica e la piazza ci prova la bellezza “televisiva”. Una lettera che vuole portare il dibattito sulla cittadinanza alle seconde generazioni anche in una piazza nazional popolare come quella luccicante della kermesse trasmessa da Rai Uno.
Portavoce delle belle miss è Nayomi Andibuduge, diciottenne, origini dello Sri Lanka ma nata a Roma, dove tuttora vive. Una cittadinanza che Nayomi vorrebbe “avere di ‘diritto’ essendo nata in Italia da genitori dello Sri Lanka che da decenni vivono nel Vostro (nostro) Paese”.
Al Capo dello Stato Nayomi spiega che “pur senza esserlo secondo le attuali leggi dello Stato, mi sento italiana a tutti gli effetti, vivo una vita normale e sono perfettamente inserita nel tessuto sociale di Roma, città che amo ed in cui vivo. A Montecatini, nella sezione di ‘Miss Italia nel mondo’ ho avuto modo di incontrare altre ragazze che come me parlano alla perfezione l’italiano, studiano, lavorano e progettano una vita da costruire proprio qui nel Vostro (nostro) Paese. Io e le altre 22 ragazze che, pur non essendo nate in Italia, mi accompagnano nell’avventura di Montecatini vorremmo poter essere considerate italiane, capaci di fornire con senso civico e morale un apporto, impegnandoci a migliorare il Paese che verrà, che sentiamo come nostro, moderno e cosmopolita. La ringrazio, Signor Presidente, per la Sua cortese attenzione e Le invio i migliori saluti».
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Come mai tutti i nuovi italiani aspirano a migliorare il nostro Paese? Non gli passa neanche lontanamente per la testa che a molti vecchi italiani l’Italia piace così com’è e non hanno proprio nessuna intenzione di farla migliorare da chicchessia?