Padova, giudice annulla espulsione di un nigeriano gay: “Nel suo paese rischia la vita”

Il giudice di Padova ha sospeso un decreto di espulsione emesso dal prefetto Ennio Mario Sodano che prevedeva l’espulsione di un 26enne nigeriano. La decisione è stata presa in quanto il ragazzo, gay, si trova a rischio di persecuzione nel paese d’origine. Una sentenza importante destinata sicuramente a fare giurisprudenza.

Ne ha dato notizia ai giornali locali l’avvocato Carla Favaron, responsabile del coordinamento dell’Ufficio legale di Federcontribuenti Veneto che ha presentato istanza di ricorso lo scorso 6 aprile. La questura di Padova aveva già emesso il foglio di via per il giovane ormai in possesso di permesso di soggiorno turistico scaduto.

“Data l’omosessualità dichiarata del ventiseienne e verificate le gravissime pene che vengono irrogate in Nigeria nei confronti degli omosessuali – ha spiegato Favaron – abbiamo deciso di presentare ricorso al giudice di pace di Padova. L’art 21 della costituzione nigeriana, in combinato disposto con gli articolo 214 e 217 del codice penale della Nigeria, dichiarano che ogni persona che abbia congiungimento carnale con altra persona contro l’ordine naturale o permetta ad un uomo di avere congiungimento carnale con un uomo o donna contro l’ordine naturale è colpevole di un delitto grave ed e perseguibile di imprigionamento per 14 anni. A ciò si aggiunge che nelle aree governate dalla sharia il rapporto anale viene punito con cento frustate se gli uomini non sono sposati e con un anno di prigione seguito da lapidazione degli uomini sposati”.

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L’avvocato conclude: “La sospensione da parte del giudice di pace del decreto di espulsione è un primo importantissimo passo e dimostra la prima apertura nei confronti degli omosessuali stranieri perseguitati in Patria. Nel frattempo il giudice si riserva di prendere ogni opportuna decisione sulla causa, e sul da farsi, ma l’importante è che questo ragazzo ora sia libero di rimanere in Italia”.

Paola Totaro


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