Dovrebbe essere stato un arresto cardiocircolatorio il malessere che la scorsa notte ha tolto la vita a Monsignor Bruno Schettino, da sempre riconosciuto come il “vescovo degli immigrati”. A scoprire il triste epilogo di una delle personalità di maggior rilievo della curia italiana è stata una suora che, all’alba, provando a bussare alla porta della camera dell’arcivescovo non ha ricevuto risposta. Insospettita è entrata dalla finestra del bagno per constatare l’inevitabile.
Nato a Marigliano, in provincia di Napoli, 71 anni fa, Schettino diventa prete a soli 23 anni. Nel 1987 viene nominato e successivamente consacrato vescovo di Teggiano-Policastro. Ricoprirà l’incarico fino al 1997 quando diventa arcivescovo di Capua. Una diocesi estremamente difficile. Un territorio dove la camorra vomita ogni giorno quanto di più marcio ha. Una zona dove a chi alza troppo la cresta viene fatta abbassare in un attimo. Un luogo dove nei mattoni c’è la sabbia e sotto le colline, che spuntano come funghi, l’immondizia di mezza europa. La terra di Don Peppe Diana per intenderci.
Situata tra Mondragone e Napoli la zona ha uno dei tassi d’immigrazione più alti d’Italia. Ed è proprio in questa diocesi che Schettino realizza la sua vocazione. Quella di stare accanto agli ultimi, a chi non ha un diritto, a chi subisce le violenze della camorra ogni giorno ma prova comunque a ribellarsi. Ed è proprio a Castelvolturno, a un balzo dalla nota Casal di Principe, che l’arcivescovo fonda il Centro Immigrati Campania “Fernandes”, che porta il nome della signora che lo ha donato alla comunità. L’enorme struttura è gestita dalla caritas e ospita ogni giorno immigrati ed extracomunitari con le proprie famiglie.
All’interno ci sono oltre ai servizi e alla mensa, aule per riunioni, incontri e corsi di formazione. Mentre all’esterno aree verdi e un malconcio campetto da calcio. Visitando la struttura si sente la fatica di fare carità in una città del genere. Si incontrano i volti degli ospiti e dei volontari che nonostante la mafia, che ogni mattina rastrella nei Kalifoo Ground decine di immigrati per spedirli nei campi a qualche centesimo l’ora, decidono di lottare perchè le cose da fare sono tante. E questo lo sapeva bene Monsignor Schettino che agli immigrati ha donato tutta la sua vita. Si è sempre fatto promotore del dialogo inter-religioso, attraverso incontri con gli Imam e scendendo in piazza a difendere i diritti degli immigrati. Sosteneva che il governo dovesse concedere la cittadinanza a tutti gli immigrati di CastelVolturno: “In questo modo – diceva – diventeranno regolari e potranno anche andare via a cercarsi lavoro da qualche altra parte”. La Cei lo aveva nominato presidente della “Commissione Episcopale per le migrazioni”. Aveva programmato di celebrare la messa in ricordo delle vittime dei ghanesi uccisi dalla camorra proprio al centro Fernandes.
Al cordoglio, si è unito, oltre ai presidenti di provincia e consiglio regionale, Zinzi e Romano, don Alfonso Calvano, incaricato della “Migrantes” campana: “E’ una gravissima perdita per il mondo della mobilità umana. Sensibile alle povertà del territorio diocesano e, quindi della Campania e dotato di una spiccata sensibilità ed accoglienza degli immigrati ha seguito con impegno e assiduità l’evangelizzazione a favore della mobilità umana delle varie diocesi campane e, ultimamente, come presidente della Fondazione Migrantes ha dato un forte impulso per promuovere i diritti degli immigrati attraverso la integrazione e l’accoglienza”.
I funerali saranno celebrati dall’Arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, domenica alle 16,30 nella sua chiesa, la cattedrale di Capua.
Luca Iacoponi
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Una Persona cordiale e disponibile che ha accompagnato tutta la mia infanzia povera come Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro (mai vista una Persona generosa così).
Per me era come un Padre e vicino a tutta la mia Famiglia.
Dal Cav. Attilio De Lisa della Confraternita dei Cavalieri Templari “Ugone dei Pagani” (la sua vestizione avvenuta il 25-09-2011 al Duomo di Caserta Vecchia nella Cattedrale di San Michele Arcangelo).
Due volte la Benedizione Apostolica dal Papa Emerito ed altro partendo dalla Diocesi di Teggiano-Policastro e Mons. Antonio De Luca di riferimento.+
Ero presente in Suo Suffragio sia a Capua che alla Diocesi appartenente con Cordoglio all’Arcidiocesi di Capua e alla Famiglia.