Complaints Choirs: l’energia positiva della lamentela

Se anche a voi capita di lamentarvi a causa dei mezzi di trasporto che non passano mai o della politica, del vicino chiassoso o perché no, del traffico della vostra città, del lavoro che non c’è mai ma che stanca quando c’è o semplicemente di chi butta le carte in strada, allora potreste partecipare o addirittura organizzare un “Complaints Choirs” (letteralmente “Coro delle lamentele”) nella vostra città. Il movimento, ormai conosciuto in Finlandia come Inghilterra, America, Giappone e perfino in Italia, non segue alcuna bandiera politica, ma dà voce esclusivamente ai disagi quotidiani, lasciandoli sfogare in un coro unanime e fragoroso.

Tutto è cominciato dall’idea di due giovani artisti finlandesi, Tellervo Kalleinen e Oliver Kochta- Kalleinen, che un giorno d’inverno ebbero l’idea di non lamentarsi “ a vuoto”, ma di musicare le loro “lagne”, coinvolgendo chiunque avesse voluto partecipare. Trasformando, in tal modo, l’energia che si sprecava, brontolando, in qualcosa di potente e magari anche un po’ artistico. Ispirandosi alla espressione finlandese “Valituskuoro” (che descrive situazioni in cui molte persone si lamentano contemporaneamente), hanno deciso di organizzare un vero e proprio coro delle lamentele. Il primo fu organizzato a Birmingham nel 2005 dove in poco tempo, tramite volantini e locandine, sono riusciti ad organizzarlo. Da qui in poi non si sono più arrestati. Prima organizzando cori a Helsinki, San Pietroburgo, Amburgo, Chicago, Singapore, Copenhagen fino ad arrivare a Tokyo, e poi decidendo di costruire un sito web (in seguito alla crescita della loro fama grazie ai video pubblicati su youtube) rendendolo un vero e proprio movimento “open source” (per tutti e di tutti). Infatti, nel sito (http://www.complaintschoir.org) si trovano anche tutte le indicazioni per incoraggiare e guidare gli utenti ad organizzare un proprio coro delle lamentele, in 9 semplici passi. Oggi ci sono 70 cori in città dall’Alaska alla Tasmania. Non è fondamentale saper cantare, unica condizione necessaria è avere qualcosa che non va a genio, di cui lamentarsi.

Un’iniziativa che può far sorridere, ma per quale motivo ha così tanto riscontro nel mondo? Non si può affermare con sicurezza se dipende dalla voglia di aggregazione, socializzazione o semplicemente intrattenimento (magari causato dalla noia), ma sicuramente sembra ci sia nell’aria molta voglia di far sentire la propria voce, o forse dovremmo dire la propria opinione.

Movimento non politico, né tantomeno religioso o nazionale, ma che riesce ad accomunare le persone di tutto il mondo nel malcontento generale. Avvicinandole e magari in qualche modo confortandole come dice il detto “mal comune, mezzo gaudio”.

Va sottolineato, come affermano anche gli ideatori dell’iniziativa nel sito web, che pur non essendoci nel movimento volontà politica, nelle “lagne” musicate si intuiscono molto disagi delle città. Infatti, pur essendo solo semplici “insoddisfazioni senza azioni”, tutte le persone che notano e poi magari cantano il loro malcontento sono sempre supportati da un’idea o un ideale. A volte, insomma, la lamentele potrebbe non essere solo una critica senza scopo (ci riferiamo all’individuo che la pensa), ma specchio di un disagio più grande e importante.

Ormai il movimento, o per meglio dire, la voce del lamento, che ricorda quasi il coro della tragedia greca (con le sue caratteristiche sia di ammonimento che di presagio), ha spopolato in tutto il mondo, compresa l’Italia. Infatti una delle più recenti manifestazioni è avvenuta a Torino Spiritualità (Festival culturale del capoluogo piemontese) lo scorso 26 settembre.

Insomma l’iniziativa non è solo molto importante a livello sociale (permettendo l’aggregazione, il confronto e la musicalità), ma è anche molo divertente. Infatti, tra le molte “lagne” cantate ce ne sono alcune molto esilaranti, come “i miei sogni sono noiosi”, mia nonna è razzista” o “il mio vicino di casa organizza corsi di danza ungherese sopra la mia camera da letto”. Insomma la lamentela non ha confine né età e soprattutto ce ne sono per tutti i gusti.

Annarita Tucci


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