Le Filippine sono una delle nazioni che fornisce più forza-lavoro nel mondo, e questo è un dato di fatto. In pochi però conoscono le storie dei figli dei lavoratori all’estero, i sentimenti di chi viene lasciato solo, le storie degli “orfani bianchi”, come sono chiamate le vittime di questo fenomeno. Ne parliamo con Mai Anonuevo, presidentessa della Athika Foundation, che ha dedicato gran parte della sua vita e dei suoi studi scientifici al fenomeno. Specialmente in Germania, dove ha contribuito alla strutturazione delle organizzazioni di donne filippine all’estero. Intervista di Stefano Romano.
Come è nata l’idea dell’Atikha Foundation?
Quando ritornai nelle Filippine beneficiai del programma di reintegro della ong tedesca Dienste in Ubersee (DU). Il programma coinvolgeva quei migranti il cui lavoro in Germania avrebbe portato dei benefici nei loro paesi di origine. Dopo aver condotto per il Center for Women Resources (CWR) una ricerca sui costi sociali della migrazione femminile per le famiglie rimaste nelle Filippine ho sentito il bisogno di creare una organizzazione che rispondesse ai bisogni dei migranti, in particolare a quelli delle donne e delle loro famiglie. Le fondatrici di Atikha sono donne tornate nelle Filibbine da Germania, Hong Kong e Arabia Saudita.
Possiamo leggere che gli obiettivi della Fondazione sono: “Riunire famiglie, ricostruire comunità e ricreare opportunità economiche nelle Filippine”. In che modo li raggiungete e quali sono le principali difficoltà?
Ci siamo resi conto che nonostante salari più sostanziosi e molti anni di lavoro all’estero, i migranti non sono in grado di raggiungere i propri obiettivi a causa della mancanza di una educazione finanziaria, che li porta a far prosciugare le loro risorse in dipendenze e in uno stile di vita eccessivamente dispendioso. Uno dei nostri programmi è quello di fornire della letteratura finanziaria e counseling per indirizzarli verso una gestione famigliare più corretta. Vogliamo che i migranti siano in grado di risparmiare e investire. Ci siamo resi conto che spendere poco non basta, hanno bisogno di investire nelle loro comunità per creare lavoro e opportunità economiche che permetta loro di tornare in patria e reintegrarsi. Le nostre sfide sono:
- Vincere l’apatia e la mancanza di interesse tra migranti e famiglie di appartenenza. Credono di stare bene e di non necessitare di alcuna assistenza. Non sentono il bisogno di pianificare obiettivi per il futuro e sviluppare piani per raggiungerli.
- Lavorare con le associazioni dei migranti nei paesi di destinazione. La comunicazione è una sfida per la distanza, i fusi orari e le risorse necessarie per sostenere l’iniziativa.
- Coinvolgere governo e privati in investimenti per le comunità. E’ molto difficile lavorare con partner provenienti da background molto diversi tra loro.
Avete deciso di stare dalla parte dei bambini. Qual è il vostro lavoro tra i figli dei migranti?
Abbiamo creato programmi basati sulla scuola e sulla comunità: con metodi creativi coinvolgiamo bimbi dai dieci anni in su nell’insegnamento. Ad esempio insegniamo loro a costruire spettacoli con marionette, a scriverne il copione e a organizzarne la produzione. Parliamo di spettacoli sulla loro condizione di bambini con genitori all’estero. Insegniamo loro il valore della comunicazione, la situazione dei loro genitori, la difficoltà di guadagnare soldi e come poterli aiutare. Alcuni di questi bambini imparano come supportare gli altri bambini. Stiamo preparando un programma per insegnare ai bambini in arrivo in Italia come sarà la loro nuova vita. Per questo è necessario essere informati e capire il livello di preparazione dei genitori. Spesso i genitori non ascoltano le esigenze dei figli: abbiamo casi di ragazzi che vorrebbero finire il college nelle Filippine ma vengono costretti a raggiungere i genitori in cerca di lavoro. Questo crea spaccature nelle famiglie e rende i figli ribelli contro i genitori. Abbiamo aggiunto nel nostro materiale informativo per migranti un modulo per indicare particolarità psicosociali della famiglia, per capire il valore del punto di vista dei bimbi lasciati a casa, che più di sicurezza finanziaria hanno bisogno di sicurezza emotiva.
Spesso i soldi provenienti dai migranti filippini danneggiano le comunità d’origine. Molte attività vengono abbandonate e i prezzi di cibo e case aumentano. E, peggio, vengono danneggiati i bambini, che si arricchiscono in vestiti e tecnologia ma soffrono per la mancanza dei genitori. Per non parlare dell’aumento vertiginoso di dipendenze da droga, violenze sessuali e matrimoni precoci. Qual è la vostra risposta a questi fenomeni?
Il nostro ruolo è quello di minimalizzare i costi sociali e massimizzare il potenziale dei soldi che arrivano, che possono essere reinvestiti per lo sviluppo dei migranti, delle famiglie e delle comunità. Per contrastare il costo psicologico della migrazione forniamo servizi di counseling alle famiglie e corsi di formazioni nelle ong, nei dislocamenti del governo e nelle scuole.
Parlaci del progetto “Batang Atikha Savers Club”.
Atikha insegna ai bambini ad apprezzare il duro lavoro dei loro genitori che vivono all’estero e a capire il valore del risparmio per contenere l’attitudine al consumismo che tende a svilupparsi con l’invio dei soldi. Il “club dei risparmiatori” è legato a una banca e a delle cooperative che provvede a dare gettoni in cambio dei soldi, che distribuisce mensilmente. In questo modo hanno risparmiato già 4 milioni di Pesos filippini, si contano mille membri in 30 scuole partner.
A Roma è in corso una conferenza mondiale sulla diaspora filippina. Qual è il tuo apporto al dibattito?
Voglio che le organizzazioni di migranti in Europa diventino parte del PinoyWISE Movement ( Worldwide Initiative for Investment Savings and Entrepreneurship), un network mondiale di enti governativi, ong, associazioni migranti e aziende private coinvolte nell’educazione finanziaria dei migranti. Abbiamo bisogno di inglobare il più grande numero di leader di migranti per creare una cultura vincente rispetto agli impatti negativi della migrazione.
Chi è interessato può consultare i siti www.atikha.org e www.pinoywise.org o chiedere maggiori informazioni a: atikha@atikha.org
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