Il 7 novembre prossimo al Comune di Bologna si discuterà di cittadinanza agli immigrati. Il consigliere comunale del Pd, Leonardo Barcelò, ha proposto, infatti, di riconoscere agli stranieri nati in Italia e residenti nella città emiliana, la cittadinanza onoraria. Un atto simbolico per favorire l’integrazione e inviare un segnale forte al legislatore, in attesa che venga calendarizzata in Parlamento la discussione sulla modifica della legge sulla cittadinanza.
“Abbiamo bisogno di un Paese multiculturale – ha dichiarato Barcelò – dove le differenze si incontrano e la diversità culturale sia considerata una ricchezza e non un problema”.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Dire, a Bologna i cittadini stranieri sono 52mila, il 13,7% del totale. Di questi, 10.800 sono minori e i nati a Bologna con meno di 16 anni sono 7.065.
La legislazione italiana, attualmente, permette la richiesta di cittadinanza solo al compimento del diciottesimo anno ed in presenza di una serie di requisiti.
Favorevole all’iniziativa l’assessore al Commercio, Attività produttive, Turismo e Legalità, Nadia Monti: “Stiamo avviando un percorso di sensibilizzazione per spronare il legislatore. La cittadinanza onoraria è un atto simbolico che può favorire l’integrazione ma che va accompagnata a un percorso di integrazione reale. Inoltre, non vanno dimenticati i bambini che non sono nati qui, ma che si sono ricongiunti con i familiari residenti a Bologna all’età di 7-8 anni e che possono avere difficoltà di integrazione, in particolar modo legate alla lingua».
Michele Facci del Pdl esprime, invece, perplessità: “concedere il riconoscimento – dichiara Facci – vorrebbe dire snaturare l’istituto stesso della cittadinanza onoraria”. E aggiunge: “L’ordine del giorno presentato è formalmente sbagliato e istituzionalmente scorretto”. Anche Valentina Castaldini (Pdl) si chiede: “Che cosa cambia nello status di queste persone? La mia risposta è zero, non cambia nulla: non si possono prendere le decisioni solo di ‘pancia’ serve anche l’intelligenza, altrimenti stiamo solo prendendo in giro 7mila bambini”. Di opinione ancora più marcata il consigliere comunale e regionale della Lega, Manes Bernardini: “Lo Ius soli– che Bersani ha messo al primo posto dell’agenda programmatica del Pd – sarà un vero e proprio tsunami per il nostro Paese”.
Corrado Melega (Pd), invece, non ha dubbi: “questa onorificenza non divide ma ripara a un’ingiustizia: l’iter parlamentare sarà lungo e con questo gesto simbolico possiamo far capire loro che siamo disposti ad accoglierli nel migliore dei modi”.
Paola Totaro
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