La domenica in famiglia, si sa, da un po’ di anni si passa al centro commerciale. A voglia a dire di passeggiate, di divano, di partita. Alla fine, il fascino delle vetrine, della spesa, dello spazio bimbi – pure per i nonni è domenica! – vince.
Si, ma a scapito di chi? Perché diciamocelo, a quelli che lavorano di domenica al centro commerciale, non ci si pensa mai. E proprio i dipendenti di uno di questi centri, per la precisione de “I Gigli” di Campi Bisenzio, Firenze, hanno detto basta. Stanchi di guadagnare appena quattordici euro di bonus, tanto vale in più al giorno una domenica al lavoro, al grido “Domenica no grazie”, il movimento dei commessi e delle loro famiglie si oppone alle aperture domenicali senza tregua, chiedendo il diritto al riposo settimanale. Dallo scorso febbraio, infatti, complice il decreto liberalizzazioni del Governo è consentito lavorare 360 giorni su 365. insomma, si sta a casa a Natale, Pasqua e Capodanno.
A supportare il movimento ci sono anche gli studenti e giovani precari di Tilt che insieme all’associazione “Libertà è partecipazione” di Prato ha lanciato la manifestazione di qualche giorno facendo leva sullo slogan #Occupysunday.
Diego Blasi, portavoce dell’associazione ha spiegato a Pubblico lo scopo della manifestazione, parlando di “presidio sociale, che coinvolge non solo i lavoratori ma anche i parenti di chi non può partecipare perché sta lavorando”.
La richiesta dei lavoratori è chiara: la libertà di scegliere di lavorare la domenica e il farlo con la giusta remunerazione. E come cita uno dei cartelloni esposti nel parcheggio del centro commerciale, “Se ti piace andare al centro commerciale la domenica… Fatti assumere!”.
Ilaria Bortot
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