Ha 106 anni, è peruviano. E ha ottenuto, dall’Ufficio Immigrazione della Questura di Roma, il rinnovo del permesso di soggiorno “per motivi umanitari”. Questo è il lieto fine della storia di un anziano sudamericano, che per stare vicino alla figlia e ai suoi cari, ha lasciato il Perù, partendo alla volta dell’Italia: la sua destinazione, la Capitale.
Siamo nel 2000 e un arzillo 94enne decide di trascorrere un breve periodo di vacanza nel Belpaese. Raggiunge la figlia, residente a Roma da anni. Trascorre bei momenti con i suoi cari, s’innamora della “città eterna”, scopre l’Italia. I giorni, però, passano inesorabili, fino a quando arriva, inappellabile, la scadenza del visto d’ingresso.
L’uomo ha davanti a sé una “scelta obbligata”: tornare in Perù e lasciare i propri cari. Ma si tratta di una soluzione che il tenace vecchietto sembra proprio non voler accettare. Decide, infatti, di restare in Italia, ben conoscendo i rischi legati alla condizione di clandestinità che lo attende. Vive sapendo di poter essere intercettato dalla Polizia e , una volta scovato, immediatamente espulso e rimpatriato.
Una permanenza clandestina, la sua, che continua ininterrottamente fino al 2006, anno in cui l’uomo spegne cento candeline. Per regalo, “riceve” l’interessamento alla sua storia dai rappresentanti della comunità del Sud America a Roma, intenzionati a mediare con le autorità italiane. Gli ambasciatori si informano sulla corretta procedura per poter regolarizzare il centenario peruviano.
Coinvolta nel carteggio con i delegati sudamericani la Questura di Roma, che alla fine opta per la decisione di concedere all’anziano signore un permesso di soggiorno, denegando invece il suo allontanamento dal Paese. Una decisione “tecnicamente” molto difficile, stando alle dichiarazioni degli addetti ai lavori.
Fortunatamente, è prevalso il buon senso, fondato sull’avanzata età dell’uomo, che nel frattempo ha compiuto 106 anni, e sul suo acceso desiderio di vivere accanto alla famiglia. Motivi più che validi per concedere il rinnovo del permesso di soggiorno: motivi, appunto, “umanitari”.
Emilio Garofalo
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