Cresce il numero di laureati italiani che vanno a cercare fortuna all’estero.
I dati dell’istat parlano chiaro, dal 2001 al 2010 tra i cittadini espatriati il numero dei laureati è raddoppiato, la maggior parte dei quali assunta successivamente con un contratto a tempo indeterminato e uno scarto di retribuzione rispetto ai colleghi rimasti in patria stimato attorno ai 540 euro.
Difficile immaginare un futuro diverso per i giovani italiani, sfruttati e bistrattati da un sistema che non solo non fornisce le giuste opportunità di crescita professionale e personale ma sembra essere del tutto disinteressato nei confronti di una generazione sulle cui spalle poggia il destino del paese.
La stessa classe politica responsabile del tracollo del mercato del lavoro e indifferente all’urgenza di attuazione di nuove politiche sociali li definisce “bamboccioni” per la loro presunta incapacità di rendersi autonomi dalla famiglia d’origine nonostante l’effettiva impossibilità di conquistare l’indipendenza economica o peggio ancora “choosy” se rifiutano un lavoro scarsamente o per nulla retribuito.
Da queste poco incoraggianti premesse nasce e si sviluppa la campagna “Io voglio restare. Le risposte di una generazione che non si arrende” movimento comprendente tra i suoi fondatori e primi firmatari dell’appello studenti, ricercatori e dottorandi ma anche neolaureati, editori, giornalisti, uniti dall’intento comune d’azione al di là delle proprie convinzioni politiche.
I temi di discussione fondamentali proposti sul sito vogliorestare.it riguardano welfare, istruzione, lavoro e innovazione volti alla redazione di un vero e proprio manifesto del movimento non solo a livello teorico ma anche a livello pratico e partecipativo. Attraverso il sito è possibile aderire all’appello, iscriversi alla newsletter, scrivere un contenuto per il blog dedicato o semplicemente condividere l’appello con la propria rete sociale su Facebook o Twitter tramite hashtag #vogliorestare e #vogliorestareperchè.
Strumento fondamentale per la crescita dell’iniziativa è la formazione di comitati promotori nelle città italiane in vista dell’appuntamento nazionale al Forum Sociale Europeo che si terrà a Firenze il 10 novembre durante il quale verrà lanciata ufficialmente la campagna.
Federica Cuccia
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Bibi, non ho detto che hai insultato qluacuno. Ho detto che per quanto mi riguarda sei un provocatore, e anche di basso livello, e che dialogare con te, dal mio punto di vista, e8 inutile. E’ ovviamente scontato che chi vuole, e8 liberissimo di farlo, cosec come tu sei liberissimo, nel rispetto degli altri, di scrivere quello che pensi.Naturalmente tu non te ne sarai neanche reso conto ma qui ci sono persone che esprimono posizioni completamente diverse da quella ufficiale con le quali perf2 c’e8 un confronto assolutamente sereno. Quindi il problema non e8, come dici tu, che siamo qui per cantarcela e suonarcela, come si suol dire, fra noi.Il problema e8 lo spirito del confronto (e non della polemica gratuita). A mio parere tu questo spirito, necessario ad un confronto serio e utile, anche fra posizioni diametralmente opposte, non ce l’hai.Insomma, per quanto mi riguarda, sei in mala fede, e traspare da tutte le tue parole, da ogni tua risposta (opinione personale, naturalmente). E allora con te non ci perdo tempo, anzi, ne ho perso gie0 troppo rispondendoti pif9 volte.Dec quello che devi dire, entra in dialogo con gli altri ma non con me. Ignoriamoci. E’ cosec difficile? Non credo. Finiamola qui e se hai degli argomenti da proporre fallo senza entrare in polemiche sterili.