I BOMBARDAMENTI A GAZA. Ieri Israele ha lanciato l’Operazione Colonne di nuvole, bombardando pesantemente numerose località nella Striscia di Gaza. Il risultato del primo giorno dell’offensiva è di tredici morti, stando agli ultimi aggiornamenti, e di oltre 90 feriti (tra cui molti bambini in maniera grave). Tra le vittime anche Ahmed al-Jabari, leader della brigata al-Qassam (braccio armato di Hamas), tre bambini e una donna incinta. A seguito dei raid aerei, degli spari di artiglieria via terra e degli attacchi combinati della marina israeliana (che sono durati per tutta la notte, incessantemente), la risposta dei militanti palestinesi non si è fatta attendere.
LA RISPOSTA DI AL-QASSAM. Colpite da oltre 100 razzi Grad e Qassam le principali città israeliane nel sud di Israele. A Beer Sheva, Ashdod e Ashqelon le sirene non hanno smesso di suonare. A Kiryat Malachi è stata colpita una palazzina residenziale di quattro piani; nell’attacco hanno perso la vita tre israeliani e sono rimaste ferite altre due persone. Nella zona sono state chiuse le scuole e nell’intero Stato israeliano, così come in Cisgiordania, la polizia è in massima allerta per prevenire eventuali attacchi terroristici.
RIUNIONE D’URGENZA ALL’ONU. Obama e Netanyhau si sono dichiarati d’accordo sulla “necessità che Hamas fermi i suoi attacchi”. Lo ha comunicato la Casa Bianca, aggiungendo che il presidente statunitense ha chiesto “ogni sforzo per evitare vittime civili”. Nel frattempo il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si è riunito d’urgenza – in un incontro richiesto dall’Egitto e durato due ore – per confrontarsi sulla situazione di tensione.
LE DUE RAGIONI. Le due parti in causa hanno espresso le loro ragioni. “Il popolo è soggetto quotidianamente e inesorabilmente a una brutale aggressione da parte di Israele“, ha denunciato l’osservatore permanente dell’Autorità Palestinese all’Onu Ryad Mansour. “Siamo venuti davanti al Consiglio di Sicurezza per dire basta: basta ai bagni di sangue, alle ingiustizie e alle politiche illegali contro i palestinesi”. “Hamas si nasconde dietro ai suoi civili per colpire i nostri civili”, ha affermato l’ambasciatore israeliano all’Onu, Ron Prosor.
LA POSIZIONE USA. L’ambasciatrice statunitense Susan Rice ha ribadito l’incondizionato appoggio al governo di Tel Aviv. “Non vi è alcuna giustificazione per la violenza posta in essere da Hamas e da altre organizzazioni terroristiche verso il popolo israeliano”, ha sottolineato la Rice, omettendo qualsiasi considerazione sui “danni collaterali” che l’inizio dell’Operazione Colonna di nuvole ha portato tra i civili gazawi. Bisogna “porre fine immediatamente a questi atti vili. Attaccare Israele su base quotidiana non aiuta i palestinesi a Gaza né consente loro di avanzare sulla strada dell’autodeterminazione e dell’indipendenza”.
V.E.
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