Secondo i dati rilevati dall’Ipsos, su mandato del “Conai” (Consorzio nazionale imballaggi) per il programma di diffusione e sensibilizzazione al riciclo e riutilizzo delle materie di scarto, gli immigrati sarebbero più bravi degli italiani nella pratica del rispetto ambientale e della raccolta differenziata.
Attraverso una serie di interviste, il 42 % degli immigrati presenti nel territorio italiano ha dichiarato al Conai di effettuare regolarmente la differenziata nel nostro Paese. I gruppi etnici provenienti dal Sud America sarebbero i più diligenti: rappresentano il 46%, dei cittadini attenti agli equilibri ambientali.
Inoltre, una nutrita percentuale di immigrati, il 57%, ha dichiarato di non aver mai fatto differenziata prima di venire in Italia. Solo a seguito della migrazione, hanno preso a coltivare questa buona pratica. Numeri importanti, che nascondono, tuttavia, anche qualche polemica.
Sono molti gli stranieri residenti nel nostro Paese che lamentano la mancanza di informazioni in lingua e la poca chiarezza delle regole. Second quanto riportato dal portale “Immigrazioneoggi”, il consorzio promotore dell’indagine ha suddiviso gli immigrati impegnati ogni giorno nella pratica della differenziata in differenti categorie.
Si parte da quella degli “eco-in”, i cosiddetti super virtuosi. Un buon 15% di appartenenti alle comunità multietniche in Italia che si dimostra “all’avanguardia in quanto a consapevolezza sul tema e conoscenza circa i metodi”. Si tratta, perlopiù, di donne che superano i 45 anni di età, e risiedono al sud.
Si passa per la categoria degli “eco-incentivati”, costituiscono il 31% degli esaminati. Più simili ai “concittadini” italiani, sono attenti allo smaltimento differenziato dei rifiuti solo se hanno un incentivo come, ad esempio, la possibilità del risparmio economico.
Poi, ci sarebbero i cosiddetti “eco-pigri”: la loro, è una differenziata “coatta”. Sono costretti, da regolamenti o leggi specifiche, a differenziare. In fine, l’ultima categoria, quella degli “eco-assenti”. Sono il 29% degli stranieri intervistati, del tutto disinteressati al fenomeno e, stando al giudizio fornito dall’indagine, assolutamente “poco responsabili”.
Emilio Garofalo
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