Il Terzo comitato della Nazioni Unite ha adottato una risoluzione promossa dal Canada che condanna le continue violazioni dei diritti umani in Iran. Dal 1985 quella adottata il 27 novembre scorso è la risoluzione numero XXV all’appello per Teheran. Sono anni che la comunità internazionale guarda con preoccupazione a ogni mossa della scacchiera iraniana e proprio in questo contesto si inserisce l’appello dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
La mozione è passata con 83 sì, 31 no e 64 astenuti. Nella risoluzione si denuncia la ripetuta pratica della tortura, “l’applicazione della pena di morte in assenza di garanzie internazionali riconosciute”, l’aumento delle pene capitali e i gravi attacchi perpretrati a danni di donne e bambini. Il provvedimento sottolinea anche come i difensori dei diritti umani fondamentali, come avvocati, blogger e giornalisti, siano “presi per bersagli in maniera crescente e sistematica”.
Il testo denuncia anche le discriminazioni verso le minoranze, etniche e religiose -come le persecuzioni ai danni dei baha’i-, chiedendo al governo di “liberare immediatamente e senza condizioni le persone arrestate e detenute in arbitrariamente per avere semplicemente esercitato il diritto di riunione pacificamente”.
L’Assemblea chiede che l’Iran ascolti le richieste della comunità internazionale, espresse attraverso il relatore speciale dell’Onu sulla situazione dei diritti umani in Iran, Ahmed Shaheed che nel suo rapporto ammoniva Teheran “di vietare le esecuzioni dei minori” ribadendo inoltre la richiesta di una “moratoria” sulla pena di morte nel Paese”.
La risoluzione invita l’Iran a collaborare con gli osservatori ONU per i diritti umani, permettendo loro di visitare lo stato. Si chiede inoltre che il governo di Teheran sia chiamato a resentare l’anno prossimo una relazione circa l’adempimento dei propri obblighi nell’ambito dei diritti umani.
Infine il testo esprime preoccupazione per le restrizioni applicate sui candidati alle elezioni parlamentari del 2012 chiedendo al governo di “garantire libere, giuste, trasparenti e inclusive elezioni presidenziali nel 2013, che riflettano la volontà del popolo”.
Luca Iacoponi
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