Li chiamiamo eroi, ma forse è più proprio definirli esempi. Perché la nostra lista delle venti persone che hanno caratterizzato il 2012 in positivo è composto principalmente da anti-divi, le cui gesta sono state per lo più dimenticate dalla maggior parte dei media. In questa prima parte Haifaa al-Mansour, Arik Ascherman, Alberto Casillas Asenjo, Sattar Beheshti, Egidia Beretta Arrigoni, Fiorella Bertoletti, Cecilia Camellini, Oxana Corso, Valerio Morellato, José Mujica.
Haifaa al-Mansour
È la prima donna-regista saudita. Trentanove anni e una rivoluzione in corso grazie al film “La bicicletta verde”, interamente girato nel Regno Arabo Saudita. Presentato per la prima volta al Festival del Cinema di Venezia, di recente ha trionfato al Dubai Film Festival come miglior lungometraggio arabo. Haifaa con i suoi film ci regala una presa diretta unica sulla vita, le tradizioni e i divieti della società saudita. La sua battaglia è divenuta in breve tempo un esempio di lotta pacifica per i diritti delle donne attraverso l’arte, in un paese in cui non esistono sale cinematografiche poiché il cinema è proibito. È evidente, per Haifaa “il cambiamento viene proprio dalle donne” [Stefano Zambon]
Arik Ascherman
Ebreo statunitense da sempre impegnato per la coesistenza e il reciproco rispetto tra arabi e israeliani, è tra i fondatori dell’Ong “Rabbini per i diritti umani”. Ciò che lo spinge all’attivismo per i diritti umani in generale, e per i diritti dei palestinesi in particolare, è il concetto rabbinico del “tikkun olam” (letteralmente “restaurare il mondo”), fondamento della visione ebraica del rispetto della dignità umana e della giustizia sociale. La sua attività umanitaria, che consiste principalmente nel difendere i contadini non-ebrei dalla violenza della polizia e dei coloni (e a causa della quale è stato arrestato diverse volte), è basata sui principi della Torah, secondo cui bisogna “amare chi è diverso” e che ammonisce contro chi ha “una doppia morale”. Anche quest’anno l’Ong di cui fa parte si è battuta per tutelare i contadini palestinesi a cui le forze armate vietano l’accesso alle proprie terre, per ripiantare alberi di ulivo dopo la puntuale devastazione dei coloni, per offrire tutela legale alle vittime delle violenze per mano fondamentalista, per sostenere i diritti dei beduini le cui case vengono demolite dai bulldozer dell’esercito e per fare pressione nella Knesset per la giustizia sociale all’interno dello Stato di Israele. [Valerio Evangelista]
Alberto Casillas Asenjo
“Non potete passare, qui c’è solo gente innocente”. Non è un rivoluzionario né tanto meno un eroe ad aver pronunciato queste parole. Alberto Casillas Asenjo, un cameriere di Madrid, ha semplicemente fatto quel che riteneva necessario fare: proteggere i manifestanti rifugiatisi nel suo locale quando il 25 settembre la città era sotto assedio e gli spagnoli protestavano circondando il Parlamento. Camicia bianca e cravatta scura, Casillas Asenjo ha urlato queste parole agli agenti antisommossa ponendosi come scudo umano tra i manifestanti spaventati e un facile pestaggio, diventando così un’icona del dialogo e della non violenza. [Alex Bizzarri]
Sattar Beheshti
Era un blogger iraniano torturato ed ucciso per i suoi post. “Procurati una bara e non rilasciare interviste sull’accaduto” questa è stata la telefonata, da parte delle autorità iraniane, con la quale si è chiusa la triste storia di Sattar Beheshti. Attaverso il blog, il trentacinquenne difendeva i diritti dei lavoratori iraniani e la sua fama lo aveva, sfortunatamente, reso noto anche alla “cyber polizia” iraniana. Dopo essere stato arrestato con l’accusa di “azioni contro la sicurezza nazionale sui social network e Facebook”, Sattar è stato torturato fino alla morte, avvenuta lo scorso 3 novembre nel carcere di Kahrizak. La sua storia ha scioccato il mondo e ha fatto insorgere le organizzazioni internazionali dimostrando la quasi totale assenza di diritti umani in Iran. [Stefano Zambon]
Egidia Beretta Arrigoni
Ho incontrato Egidia alla presentazione romana del libro che ha scritto in ricordo del figlio Vittorio (tutti i proventi saranno devoluti all’omonima fondazione). A fine incontro abbiamo parlato di Vik, di Palestina, di ingiustizie. “Ma stiamo attenti a non farci prendere dall’odio quando subiamo ingiustizie”, mi ha detto con una serenità disarmante. Ha avuto il coraggio di “rimanere umana” anche dopo la morte del figlio. E questo e’ il modo più bello per ricordare Vik. [Joshua Evangelista]
Fiorella Bertoletti
È la titolare di un bar di Brescia. Più precisamente è la proprietaria del “Tio Pepe” di viale Venezia. Da qualche mese ha deciso di rinunciare ai cospicui incassi delle slot machine “perché creano illusione e drammi familiari”. Dopo aver visto diverse persone rovinarsi la vita, estinguendo stipendi e pensioni, ha deciso di staccare definitivamente le due slot machine presenti nel suo esercizio. “Non volevo più essere complice di un qualcosa che, seppur legale, porta problemi e disagi” – è stato il commento della donna. Al posto delle due macchine sono stati collocati un paio di tavolini e il numero dei clienti non è diminuito. Oggi Fiorella prosegue la sua attività regolarmente, senza gli abbondanti incassi derivanti dalle slot machine, incassi che a molti colleghi consentono addirittura di pagarsi il mutuo. Un gesto raro in tempi di crisi. [Luca La Gamma]
Cecilia Camellini
Vent’anni e la grinta di una leonessa. Con due ori (100 metri stile libero categoria S11 con il tempo di 1’07″29 e 50 metri stile libero categoria S11 con il tempo di 30″94) e due bronzi (100 metri dorso con il tempo di 1’19″91 e 400 metri stile libero S11 con il tempo di 5:20.27) alle paraolimpiadi di Londra 2012, Cecilia Camellini, cieca dalla nascita, è la dimostrazione vivente che la volontà e la caparbietà vincono su tutto. Una campionessa assoluta che vince e stravince e non solo in vasca. “Sono nata cieca. A volte sono triste, ma poi penso ai ragazzi meno fortunati di me, quelli che mi prendono in giro. A loro è andata peggio. Sono nati senza cuore”. [Valentina Ersilia Matrascìa]
Oxana Corso
Atleta paraolimpica russa di nascita e romana di adozione. Agli europei di Stadskanaal ha portato a casa due medaglie d’oro, alle paraolimpiadi di Londra due d’argento. La sua specialità è la velocità. A soli 17 anni, a Londra ha corso i 100 metri in 15″94. Promette di continuare a gareggiare solo perché i grandi risultati arrivano quando si diverte. Si allena alla pista di atletica della scuola media “Lodovico Pavoni” e quelli che corrono con lei giurano di averla sempre vista farlo con il sorriso sulle labbra. [Ilaria Bortot]
Valerio Morellato
Durante il 2012, anno terribile dell’economia italiana, si è distinto un imprenditore che, nonostante la sua azienda stia attraversando un momento difficile – con relativo ricorso alla cassa integrazione per i dipendenti – ha rinunciato ad un’importante commessa proveniente da Alenia Sistemi Subacquei, gruppo Finmeccanica, relativa allo sviluppo tecnologico di siluri ad uso militare. L’integrità morale del signor Morellato, 42 anni, ha impedito di accettare questa commessa. “Non ce la sentiamo”, ha scritto in una breve email, “di mettere a disposizione le nostre tecnologie al servizio di opere che potranno sviluppare tecnologia bellica”. L’esempio del signor Morellato ci insegna che, nonostante il difficile momento congiunturale, ci sono ancora persone che mettono al primo posto l’etica. [Emiliano Rossano]
José Mujica
Ovvero il presidente benefattore. Di questo curioso personaggio abbiamo già scritto molto. José Mujica è, dal 1 marzo 2010, il 34° Presidente della Repubblica dell’Uruguay. La sua storia è contraddistinta da 15 anni di prigionia determinata dall’opposizione al regime di Jorge Pacheco Areco. Al di là della carriera politica, quello che più lo caratterizza è la sua filantropia. Dopo aver messo a disposizione la lussuosa residenza “Suarez y Reyes” ai senzatetto e aver donato il 90% dello stipendio ai cittadini più poveri del Paese, il presidente uruguaiano si è aggiudicato un premio internazionale di moralità e solidarietà sebbene lui sostenga che non si traveste da presidente ma continua ad essere come era prima. [Stefano Zambon]
Continua…
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[…] Li chiamiamo eroi, ma forse è più proprio definirli esempi. Perché la nostra lista delle venti persone che hanno caratterizzato il 2012 in positivo è composto principalmente da anti-divi, le cui gesta sono state per lo più dimenticate dalla maggior parte dei media. Nella seconda e ultima parte della nostra lista vi presentiamo Kim Phuc, Natalia Radzina, Giancarlo Sau, Rosa Schiano, Victoria Soto, Jens Stoltenberg, Gino Strada, Shlomo Venezia, Malala Yousafzai e Javier Zanetti. Qui trovi gli altri dieci eroi. […]