Lo sceicco Abdullah al-Manei, del Comitato dei grandi ulema dell’Arabia Saudita, ha lanciato una fatwa contro il cibo preparato da “inservienti non musulmane, o comunque di fedi non monoteiste”. Questi piatti sarebbero “haram, ossia vietato secondo l’Islam”. Il divieto dell’autorità religiosa è esteso anche ai ristoranti; questi dovrebbero quindi evitare di assumere cuochi e personale non musulmani. “Donne, occupatevi personalmente di preparare i pasti, mangiate solo ciò che avete preparato voi, così sarete più tranquille”, continua la fatwa dello Sceicco. “Le inservienti che non hanno una fede monoteista non sono come voi, poiché adorano gli idoli”. E, siccome “è meglio per le famiglie”, bisognerebbe evitare che collaboratori domestici non monoteisti entrino nel Paese.
Secondo quanto riportato da al-Arabiya, c’è stata una “contro-fatwa” dello sceicco Mohammed al-Jazlani: “Tutto il cibo preparato da non musulmani – eccetto la carne – è halal”, cioè concesso ai musulmani. “Ai musulmani è concesso mangiare cibo preparato senza preghiere, e su questo sono d’accordo i dotti, gli ulema“. Bisogna però prestare attenzione, ha ribadito lo sceicco al-Jazlani, a non mangiare in piatti usati precedentemente per servire carne di maiale o alcol.
Nel regno saudita i collaboratori e le collaboratrici domestiche sono principalmente indonesiani (900mila) e filippini (250mila); questi ultimi sono, per la maggior, parte, non musulmani.
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