Banda armata, associazione sovversiva, detenzione e porto illegale di armi e di materiale esplosivo, lesioni a pubblico ufficiale e attentati incendiari. Queste le accuse addebitate a dieci esponenti di estrema destra, che con un blitz dei Ros hanno ricevuto ordinanze di custodia cautelare: 2 arresti in carcere, 5 ai domiciliari, 3 obblighi di dimora. Tra i fermati Emmanuela Florino, figlia dell’ex senatore di destra Michele Florino, candidata alle prossime elezioni di febbraio per il movimento CasaPound.
L’operazione dei Ros, reparto antieversione, ha interessato le province di Salerno, Napoli e Latina. I fermati sono anche accusati dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e dal sostituto Luigi Musto , di aver pianificato e organizzato scontri di piazza nella primavera del 2011 a Napoli, progettato e realizzato attentati con lancio di bottiglie incendiarie contro un centro sociale di Napoli, indottrinato giovani militanti all’odio etnico e all’antisemitismo.
Nel mirino soprattutto, il movimento di estrema destra CasaPound, che, nella sede nel centro storico di Napoli, progettava aggressioni e pestaggi ai danni di rivali politici. Durante l’indagine inoltre, è emerso che alcuni degli indagati progettavano violenze nei confronti di una ragazza ebrea, come si legge dai tabulati delle intercettazioni telefoniche: “Quella studentessa ebrea mi “stizza”. Io a questa qua la devo vattere(picchiare) o la picchio o la stupro e le faccio uscire il sangue dal c…”. Sempre di stampo antisemita il progetto di incendiare l’oreficeria di un ebreo.
Molto impegno veniva profuso nell’indottrinamento dei giovani militanti, come riportato in una nota del procuratore aggiunto di Napoli Cantelmo, che spiega come esistesse una “sistematica attività di indottrinamento dei giovani militanti all’odio etnico e all’antisemitismo mediante riunioni in cui si discuteva, tra l’altro, anche dei contenuti del libro “Mein Kampf” di Adolf Hitler”.
In un’altra intercettazione contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare, si può comprendere meglio i convincimenti e le finalità dei fermati. In una conversazione ambientale registrata il 18 settembre 2011 nella sezione «Berta», messa sotto sequestro dalle forze dell’ordine, Giuseppe Savuto, uno degli arrestati si rivolge ad un neo-militante (non identificato): “Allora, dato che io vedo certe cose sul tuo profilo…”.
Il ragazzo lo interrompe: «Certe cose sì, vabbè, le aggiungevo allora, prima di stare a CasaPound». Savuto si riferisce in particolare a documenti di Forza Nuova, il gruppo di estrema destra rivale di CasaPound, che il giovane militante ha condiviso: “No, Forza Nuova… Forza Nuova non abbiamo niente a che spartire. Poi sul profilo Facebook quelli di Forza Nuova non dovranno comparire più”.
L’indagato inoltre, nel convocare un incontro, comunica ai presenti l’argomento da trattare e cioè “di tutte le domande che fa la stampa, i professori”, in particolare con riferimento all’Olocausto: “Con i professori a scuola se tu dici una cosa del genere, pure a livello didattico… Pure per te, una cosa personale, i voti. Perché io pure sono d’accordo che non sono mai esistite le camere a gas e non c’è mai stata nessuna deportazione, sono il primo a dirtelo… Però in questo caso davanti a un professore, davanti a un giornalista…”.
L’intento di Savuto, come spiega il gip, è “non sporcare l’immagine ufficiale di CasaPound che vuole accreditarsi come un interlocutore credibile per le istituzioni”.
Paola Totaro
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