“Gravi violazioni, la politica risponda”. E’ riassunto in queste parole il messaggio lanciato da “Medici per i Diritti Umani”, a seguito della pubblicazione dei dati sui trattenimenti nei Centri di identificazione ed espulsione(CIE). Dati che descrivono una situazione limite: sono pochi gli irregolari che finiscono reclusi nelle strutture.
Di questi, appena la metà subisce il rimpatrio. Basta leggere le percentuali fornite dalla Polizia di Stato, richiamati dall’associazione sanitaria per i Diritti Umani (Medu): poco meno di 8mila persone trattenute nel 2012 (di questi, 932 erano le donne) e solo 4mila, poi, effettivamente rimpatriate. L’efficacia dell’operatività di queste strutture, pertanto, si attesterebbe al 50%.
L’associazione dei medici sembra non avere dubbi: “Si conferma la sostanziale inutilità dell’estensione della durata massima del trattenimento da 6 a 18 mesi ai fini di un miglioramento nell’efficacia delle espulsioni, dal momento che il rapporto tra i migranti rimpatriati rispetto al totale dei trattenuti nei CIE (nel 2011) è incrementato di appena il 2,3% rispetto al 2010”.
E, andando oltre, confrontando i dati rispetto al 2011, “l’incremento del tasso di efficacia nei rimpatri è risultato addirittura irrilevante (+0,3%)”. I numeri che riguardano il tasso complessivo dei migranti rimpatriati è ancora più sconcertante: “nel 2012 risulta essere l’1,2% del totale degli immigrati in condizioni di irregolarità presenti sul territorio italiano”.
Quella che emerge dal rapporto è, dunque, una sostanziale inefficacia della detenzione amministrativa, uno “strumento fallimentare”, stando al rapporto di Medu, che contribuisce esclusivamente a “peggiorare le condizioni di vita dei migranti di queste strutture”. Strutture in cui si registrano “gravi problemi organizzativi, logistici e sanitari”, le condizioni di vivibilità sono peggiorate, la tensione è salita, fino a far scoppiare vere e proprie rivolte.
Detenzioni che, spesso, sono epilogate nella fuga: nel 2012 sono stati 1.049 i migranti fuggiti dai CIE, il 33% in più rispetto al 2011.Il report di Medici per i Diritti Umani si conclude con precise richieste.
Innanzitutto, quella di “riportare la questione del superamento dei CIE nel dibattito elettorale per le prossime elezioni politiche. Le gravi e ripetute violazioni dei diritti umani dei migranti – ancor più dell’evidente inefficacia dei centri di identificazione ed espulsione – impongono una radicale revisione dell’attuale sistema di detenzione amministrativa”.
Inoltre, “tale revisione – come si legge nelle battute conclusive del documento dell’organizzazione umanitaria – non può che avvenire nell’ambito di una profonda riforma della legge “Bossi-Fini” che porti a politiche migratorie atte a garantire reali possibilità di ingresso regolare e di inserimento sociale. Su questi argomenti è quanto mai urgente che le forze che si candidano a governare l’Italia si esprimano con la dovuta chiarezza”.
Emilio Garofalo
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