Bassel Khartabil è un ingegnere sirio-palestinese di 31 anni, specializzato in tecnologia e software open source. Il governo del suo Paese ha provveduto all’arresto nei suoi confronti: di Bassel, in carcere dal 15 marzo 2012, giorno in cui ricorreva il primo anniversario del conflitto civile in Siria, non si hanno più notizie.
La storia della sua detenzione è breve e sconcertante: viene tratto in arresto con alcuni manifestanti nel quartiere Mazzeh di Damasco. Dal 15 marzo scorso, la famiglia non ha ricevuto alcuna notizia ufficiale sulle procedure d’arresto, né tantomeno sono stati forniti dettagli sulle sue condizioni. Assoluto silenzio su ogni informazione relativa alla sua sorte.
Le sole indiscrezioni trapelate sono state quelle di alcuni ex detenuti scampati alla morsa dei servizi segreti di stanza presso la Capitale: stando alle loro dichiarazioni, Bassel sarebbe stato incarcerato e torturato dalle forze dell’ordine fedeli al regime di Assad e ha scontato la sua “pena” a Damasco, nel braccio di sicurezza del distretto di Kfar Sousa.
L’ingegnere, cofondatore della società di ricerca collaborativa Aiki Lab e primo progettista e affiliato di Creative Commons, per cui ha contribuito alla diffusione di Mozilla Firefox, Wikipedia, Open Clip Art Library, Fabricatorz e Sharism nella rete siriana, al momento dell’arresto a seguito delle manifestazioni del primo anniversario della guerra civile, era in procinto di sposarsi, le nozze erano già state fissate per il mese successivo, nell’aprile 2012.
La notizia della sua detenzione ha preso a circolare quattro mesi dopo, nel mese di luglio dello scorso anno: subito è stata promossa una campagna mondiale per chiederne l’immediata liberazione. Il 20 dicembre scorso sono trapelate nuove indiscrezioni: l’ingegnere Khartabil sarebbe stato trasferito presso una struttura militare.
I suoi sostenitori temono, ora, che possa subire un processo da un tribunale speciale, nonostante il governo abbia approvato la loro abolizione nell’aprile del 2011. Se così fosse, finendo dunque alla sbarra di un collegio speciale, l’attivista rischierebbe fino alla pena capitale.
I sostenitori di Bassel si stanno spendendo in un lavoro intensivo di sostegno, spingendo sulla comunità internazionale e nei confronti delle autorità siriane. Tra le iniziative: un digiuno a catena a cui chiedono di partecipare, una petizione per richiedere il rilascio immediato di Bassel, la pubblicazione di tweet tematici, l’adesione a una campagna sulel pagine di Facebook, la condivisione della sua fotografia.
Sottoscrivi la petizione per la sua liberazione!
Emilio Garofalo
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Sottoscrivete la petizione in suo favore qui: http://freebassel.org/