Due giorni fa la notizia di un attacco con tiri di mortaio contro il Camp Liberty che a Baghdad ospita un gruppo di 3.000 dissidenti iraniani ha fatto il giro del mondo, suscitando scalpore e reazioni dal mondo politico internazionale. A 48 ore dall’attacco è Amnesty International a chiedere alle autorità irachene di indagare con urgenza sull’accaduto.
La stessa Amnesty auspica che le indagini chiariscano l’operato delle forze di sicurezza irachene prima e durante l’attacco e di spiegare perché esse non siano riuscite ad impedirlo. Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International, ha dichiarato: <<Si è trattato di un attacco spregevole. Le autorità irachene devono assicurare non solo che i responsabili siano portati di fronte alla giustizia, ma anche che i residenti del campo siano protetti>>.
Camp Liberty ospita circa 3.000 appartenenti all’Organizzazione dei mojahedin del popolo, un gruppo di oppositori del governo iraniano. Dopo aver vissuto per 25 anni nel Camp Ashraf, nel corso del 2012 erano stati trasferiti a Camp Liberty subendo, durante la fase del trasferimento, attacchi da parte delle forze irachene.
L.G.
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